Jane Austen

Sense and Sensibility
Ragione e sentimento

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Sense and Sensibility
(Ragione e sentimento)

inizio: c.1795 (Elinor & Marianne)
revisione: da nov. 1797 (S&S)
revisione: 1809/10
pubblicazione: 30 ott. 1811
«By a Lady»

  Personaggi
Cronologia

Vol. I: 22 capitoli (1-22)
Vol. II: 14 capitoli (23-36)
Vol. III: 14 capitoli (37-50)


Il testo originale è quello della seconda edizione (Egerton, 1813).
Le illustrazioni nel testo sono di C. E. Brock, dal sito www.mollands.net; di Hugh Thomson, dal sito del progetto Gutenberg e di Chris Hammond, dal sito Wikimedia Commons.

Introduzione

Capitoli

 1- 2- 3- 4- 5- 6- 7- 8- 9-10
11-12-13-14-15-16-17-18-19-20
21-22-23-24-25-26-27-28-29-30
31-32-33-34-35-36-37-38-39-40
41-42-43-44-45-46-47-48-49-50


Due recensioni del 1812


La traduzione, senza il testo originale, è disponibile anche in "formato libro", nell'edizione per il bicentenario realizzata dalla Jane Austen Society of Italy (JASIT)

oppure in ebook (PDF):


Solo traduzione italiana


Traduzione italiana con
testo originale a fronte




Vol. I, cap. 1 (1)
Mr. Dashwood muore e raccomanda a John, il figlio di primo letto chiamato al suo capezzale, di provvedere alla matrigna e alle tre sorellastre. John riflette sulla promessa fatta al padre e decide per una donazione di tremila sterline. Subito dopo il funerale Mrs. John Dashwood si insedia come padrona di casa a Norland.

Vol. I, cap. 2 (2)
John Dashwood e la moglie discutono sull'aiuto da dare alle quattro donne rimaste sole. Dopo una lunga trattativa, la moglie convince John, che alla fine si trova a essere perfettamente d'accordo con lei, a trasformare le tremila sterline in un regalo di tanto in tanto.

Vol. I, cap. 3 (3)
Mrs. Dashwood si è accorta dell'evidente attrazione che sta nascendo tra Edward e Elinor e decide di non affrettare il trasferimento in una nuova casa. Marianne e la madre parlano del carattere di Edward e si mostrano certe di un prossimo matrimonio.

Vol. I, cap. 4 (4)
Marianne e Elinor parlano di Edward: la prima ha delle riserve sulla sua apparente freddezza, la seconda lo difende, con alcuni dubbi. Fanny Dashwood intuisce che il fratello si sta compromettendo e ne parla, con pesanti allusioni, a Mrs. Dashwood che, indignata, prende al volo l'offerta di un parente per l'affitto di un cottage nel Devonshire e decide di accettarla senza indugi.

Vol. I, cap. 5 (5)
Mrs. Dashwood informa John, la moglie e Edward dell'avvenuta decisione e si rende ben presto conto di non poter contare sull'aiuto del figliastro; resta però fiduciosa circa il legame tra Elinor e Edward e invita calorosamente quest'ultimo ad andarle a trovare. Ultimati i preparativi le Dashwood si accingono a partire, e Marianne dà l'ultimo addio alla sua amata Norland.

Vol. I, cap. 6 (6)
Le Dashwood arrivano a Barton. Le prime impressioni del luogo e della casa, seppure velate dalla tristezza del forzato trasferimento, sono positive e Mrs. Dashwood comincia subito a pensare alle migliorie da fare. Sir John Middleton si rivela simpatico e amichevole, anche se un po' troppo invadente, mentre la moglie si rivela fredda, riservata e piuttosto insignificante. Le Dashwood cominciano subito a sperimentare l'invadenza del loro vicino, che le subissa di attenzioni e inviti.

Vol. I, cap. 7 (7)
Somiglianze e differenze nei caratteri di Sir John e Lady Middleton. Le Dashwood, in visita a Barton Park, vengono accolte con calore da Sir John e presentate agli unici altri due ospiti: Mrs. Jennings, un'allegra e anziana signora, madre di Lady Middleton, e il colonnello Brandon, un silenzioso amico di vecchia data di Sir John. Le Dashwood cominciano a conoscere, e a dover sopportare, il gusto di Mrs. Jennings per le battute, un po' volgari ma bonarie. L'esecuzione di romanze al pianoforte da parte di Marianne le dà modo di valutare con un pizzico di benevolenza le qualità del colonnello Brandon, giudicato prima solo come un vecchio scapolone di più di trentacinque anni. Era stato l'unico a non andare in estasi, ma anche l'unico ad ascoltarla con attenzione.

Vol. I, cap. 8 (8)
Mrs. Jennings comincia a notare l'interessamento del colonnello Brandon per Marianne e a stuzzicarli entrambi. Il colonnello resta indifferente, mentre in Marianne prevale la sorpresa di fronte a supposizioni, per lei assurde, su un uomo che potrebbe essere suo padre e che, per di più, non è nemmeno in buona salute. La madre e la sorella cercano, inutilmente, di difendere il colonnello da accuse di decrepitezza che certamente non merita. Marianne confida alla madre di essere sorpresa dal mancato arrivo di Edward Ferrars e dall'apparente indifferenza della sorella di fronte all'assenza dell'amato, mentre Mrs. Dashwood osserva che quest'ultimo, in realtà, aveva mostrato ben poco entusiasmo in occasione dell'invito a Barton che aveva preceduto la partenza da Norland.

Vol. I, cap. 9 (9)
Le Dashwood si trovano ormai a loro agio al cottage, e approfittano della bellezza dei luoghi per lunghe passeggiate. Una mattina, dopo due giorni di pioggia, Marianne e Margaret approfittano di un po' di sole per salire su una collina, ma vengono sorprese dalla pioggia e si precipitano verso casa. Marianne però cade, si sloga una caviglia, e viene salvata da un gentiluomo che la porta in braccio fino a casa. Il gentiluomo, Willoughby, è giovane, bello ed elegante, e accende subito la fantasia di Marianne. Sir John, venuto come al solito a trovarle, viene bombardato di domande sul giovanotto, alle quali risponde troppo succintamente per soddisfare Marianne, ma si accorge dell'interesse di quest'ultima e comincia a compiangere il povero Brandon, che vede ormai accantonato.

Vol. I, cap. 10 (10)
Willoughby diventa un ospite fisso del cottage, e Marianne lo vede ormai come la personificazione delle sue fantasie di amore romantico. Da parte sua, lui è affascinato dalla bellezza e dall'incontenibile entusiasmo di Marianne. Mrs. Dashwood non può che essere d'accordo con la figlia, mentre Elinor, pur non avendo nulla contro di lui, non apprezza molto il suo carattere istintivo e privo di prudenza, così simile a quello di Marianne, e, nello stesso tempo, comincia a rendersi conto con maggiore consapevolezza dell'affetto del colonnello Brandon per la sorella e della conseguente delusione a cui sicuramente andrà incontro un uomo che non ha nulla che possa accenderne la passione. Durante un colloquio con la sorella e Willoughby cerca inutilmente di difendere il colonnello dalle pungenti frecciate dei due, che, anche in questo, vanno d'amore e d'accordo.

Vol. I, cap. 11 (11)
Le Dashwood si trovano coinvolte nel turbine della vita sociale organizzata dall'esuberante Sir John. Marianne, purché ci sia Willoughby, non chiede altro e non ha occhi che per lui. La madre la guarda con tenera complicità, mentre la sorella tenta invano di frenarne l'esuberante insofferenza per le convenienze. Elinor si diverte ben poco, tra l'amore lontano e la compagnia di un'anziana signora chiacchierona e della figlia placidamente incolore, e trova un qualche interesse solo nella conversazione con il colonnello Brandon. E quest'ultimo, durante una chiacchierata sul carattere di Marianne, dalla quale traspare chiaramente la sua attrazione per quella ragazza così affascinante nella sua esuberanza e così decisa a negare la possibilità di innamorarsi se non una volta, e per sempre, si lascia sfuggire un accenno a una certa signora del suo passato, che Elinor, pur nella sua estrema discrezione, non può fare a meno di collegare a una delusione d'amore.

Vol. I, cap. 12 (12)
Marianne annuncia alla sorella che Willoughby ha deciso di regalarle un cavallo, e Elinor fatica a convincerla dell'inopportunità di accettare un regalo simile, prima con inviti a un comportamento più conveniente, che non fanno altro che irritare Marianne, e poi, con successo, facendo leva sull'amore per la madre, sulla quale sarebbe gravato il notevole costo del mantenimento. Mentre Marianne informa Willoughby di non poter accettare il dono, Elinor ascolta non vista le parole di lui, che la convincono del loro fidanzamento, convinzione che diventa ancora maggiore quando Margaret le confida di aver visto Willoughby tagliare e conservare gelosamente una ciocca dei capelli dell'amata. Durante una serata a Barton Park, Mrs. Jennings stuzzica Margaret per farsi dire il nome del giovanotto che sta a cuore a Elinor, e le ingenue risposte della ragazzina aguzzano l'interesse generale, finché Lady Middleton non interviene per sviare il discorso sull'eterno argomento del tempo, salvando Elinor da una situazione che l'aveva messa in grande agitazione. Subito dopo si decide di fare il giorno successivo una gita in una tenuta di un parente del colonnello Brandon, che sarà aperta ai visitatori dietro interessamento di quest'ultimo.

Vol. I, cap. 13 (13)
La gita programmata va in fumo, poiché il colonnello Brandon riceve una lettera che lo costringe a recarsi immediatamente a Londra. Inutili sono le insistenze di tutti per fargli ritardare la partenza, e altrettanto inutilmente Mrs. Jennings lo stuzzica per sapere di che cosa si tratti. Dopo la partenza del colonnello, Mrs. Jennings rivela che secondo lei la lettera è di una certa Miss Williams, che sembra sia la figlia naturale di Brandon. La delusione per la mancata gita viene subito superata e tutti si accordano per un giro in carrozza, ma Willoughby e Marianne si allontanano dagli altri in calessino e, una volta riuniti per il pranzo, Mrs. Jennings annuncia di aver saputo che i due sono stati ad Allenham, la casa della zia di Willoughby, destinatagli in eredità. Elinor rimprovera la sorella cercando di convincerla di aver fatto una cosa sconveniente, ma Marianne è troppo entusiasta, e anche dopo aver ammesso una qualche avventatezza, non rinuncia a descriverle le bellezze di una casa che ormai tutti ritengono diventerà la sua.

Vol. I, cap. 14 (14)
Mrs. Jennings continua ad arrovellarsi sui motivi dell'improvvisa partenza del colonnello Brandon, mentre Elinor è molto più presa dai dubbi sull'esistenza o meno del fidanzamento tra la sorella e Willoughby, soprattutto perché il loro comportamento lo rende palese a tutti, e la loro ritrosia ad annunciarlo contrasta con il carattere di entrambi. Nemmeno una saggia riflessione sull'opportunità di non aspettarsi un matrimonio ravvicinato, vista la limitata ricchezza di lui, almeno fino a quando non erediterà le proprietà della vecchia zia, riescono a dissipare i dubbi per quello strano comportamento, tanto più che Willoughby continua a dimostrare chiaramente il suo affetto per Marianne, esteso alla famiglia di lei e persino al cottage, tanto da provocare le sue accorate rimostranze verso Mrs. Dashwood, che aveva accennato a future migliorie.

Vol. I, cap. 15 (15)
Al ritorno da una visita a Barton Park Mrs. Dashwood, Elinor e Margaret trovano il calesse di Willoughby in attesa fuori dal cottage. Appena entrate, vedono Marianne correre di sopra piangendo e Willoughby, abbattuto e demoralizzato, le informa di essere in partenza per Londra, per volere della ricca zia, e di non poter dire quando tornerà, senza fornire delle specifiche ragioni per quell'allontanamento così improvviso. Una volta partito, Mrs. Dashwood cerca di trovare una giustificazione a quel comportamento così strano, mentre Elinor non può fare a meno di rivelare i suoi dubbi su un fidanzamento del quale nessuno dei due innamorati ha mai parlato esplicitamente. La madre si mostra indignata da quei dubbi, che secondo lei non sono affatto giustificati. Marianne si fa vedere solo all'ora di pranzo, ma naturalmente è sopraffatta dal dolore e non può fare altro che piangere disperatamente.

Vol. I, cap. 16 (16)
Dopo diversi giorni di dolore solitario e accanitamente coltivato, Marianne si lascia convincere a fare una passeggiata con le sorelle, e da un sentiero da cui si gode un bellissimo panorama vedono in lontananza un uomo a cavallo che si dirige verso di loro. Naturalmente Marianne va subito in estasi, convinta che il cavaliere misterioso non sia altri che Willoughby, ma l'occhio meno ottenebrato dall'amore di Elinor si accorge subito dell'errore, e la breve corsa di Marianne si conclude amaramente, quando anche lei si rende conto che non si tratta del suo amato. Il cavaliere non è altri che Edward Ferrars, venuto a trovarle dopo essere stato per due settimane a casa di amici nelle vicinanze. Ma è un Edward che non mostra alcuna gioia nel rivederle, e men che meno nel rivedere Elinor. Marianne vede confermate le sue opinioni sulla freddezza di quello strano innamorato, mentre Elinor ne resta mortificata, anche se fa del tutto per non darlo a vedere.

Vol. I, cap. 17 (17)
Edward è accolto con la consueta gentilezza e premura da Mrs. Dashwood, ma tutte si accorgono che c'è qualcosa che non va; lui sembra reticente, alterna momenti di interesse verso di loro ad altri, più lunghi, di mutismo e imbarazzo. Tutte le Dashwood, in modi diversi, sono colpite dal suo comportamento, per il quale nessuna di loro sa trovare una spiegazione convincente. Il pomeriggio passa in chiacchiere più o meno futili, fino a quando un'innocente riflessione di Marianne sulla riservatezza di Edward provoca l'ennesima crisi di imbarazzo e mutismo da parte di quest'ultimo, che sembra proprio avere qualcosa da nascondere.

Vol. I, cap. 18 (18)
Il soggiorno di Edward al cottage continua in un'atmosfera sempre più ambigua, visto che il suo comportamento sconcerta, in modo diverso ma simile, sia Elinor che Marianne. Dopo una passeggiata di Edward nei dintorni i tre si avventurano in una discussione sul "pittoresco", finché, per caso, Marianne nota un anello con una ciocca di capelli al dito di Edward. Lui afferma che si tratta dei capelli della sorella, ma le due sorelle non hanno dubbi a ritenerli di Elinor, anche se quest'ultima si chiede come abbia fatto Edward a procurarseli. Al cottage arrivano Sir John e Mrs. Jennings, che non tardano a identificare l'ospite come l'innamorato di Elinor, mentre un fugace accenno a Willoughby permette a Edward di conoscerne l'esistenza.

Vol. I, cap. 19 (19)
L'umore di Edward è leggermente migliorato, ma resta l'insoddisfazione di fondo, giustificata dall'ozio e dell'indolenza che lui stesso si attribuisce. Dopo una settimana, pur dichiarando di non avere nulla da fare, Edward se ne va, lasciando le Dashwood, ed Elinor in particolare, sconcertate e piene di domande senza risposta. Un mattino arrivano i vicini di Barton Park, portando con loro i Palmer, ovvero l'altra figlia di Mrs. Jennings con il marito. Lui si rivela un po' altezzoso e taciturno, lei, invece, nella sua vuotezza, è tutta sorrisi e affabilità. Gli ospiti lasciano il cottage insistendo per invitarle a pranzo il giorno successivo, invito respinto da Mrs. Dashwood e accettato a malincuore dalle sorelle.

Vol. I, cap. 20 (20)
A Barton Park Elinor è costretta ad ascoltare le chiacchiere di Mrs. Palmer; cerca di strapparle qualche informazioni su Willoughby, dopo aver saputo che la residenza di campagna dei Palmer è vicina a quella di lui, ma alla fine si rende conto di doversi accontentare di generiche lodi senza molto fondamento. Durante il quasi monologo della moglie, Mr. Palmer si limita a qualche considerazione sprezzante sul tempo e sul luogo, senza mancare di rintuzzare sgarbatamente le sciocchezze di lei. Elinor lo guarda con un certo interesse, chiedendosi la ragione di tanta apparente maleducazione. Da ultimo, Elinor viene a sapere che il matrimonio della sorella con Willoughby, sul quale lei ha così tanti dubbi, viene ormai dato per certo. Ma le certezze di Mrs. Palmer non fugano affatto i suoi dubbi.

Vol. I, cap. 21 (21)
Dopo la partenza dei Palmer, il trantran quotidiano viene rotto da due nuove conoscenze: le signorine Steele, imparentate con Mrs. Jennings, incontrate per caso a Exeter e prontamente invitate a Barton Park. Sir John, sempre entusiasta di ogni novità, fa di tutto per favorirne l'amicizia con le Dashwood, che, dopo averle conosciute, si sottomettono con riluttanza a un obbligo sociale di cui avrebbero fatto volentieri a meno. Le due nuove arrivate conquistano subito la fiducia di Lady Middleton, mostrando un esagerato attaccamento ai pestiferi figli della coppia. Durante uno dei soliti pranzi in cui Sir John non si stanca di fare battute maliziose all'indirizzo di Elinor, le Steele apprendono il nome del presunto spasimante, un certo Mr. Ferrars, che le due mostrano subito di conoscere. L'argomento però viene lasciato misteriosamente cadere, suscitando in Elinor una forte curiosità di saperne di più.

Vol. I, cap. 22 (22)
Elinor si accorge di una particolare propensione verso di lei da parte di Lucy, che attribuisce alla freddezza di Marianne, incapace di fingere una cordialità che non prova. Durante una passeggiata, Lucy le fa strane domande sulla madre di Ferrars e, dopo qualche allusione che rivela come ne stia osservando le reazioni, le confessa di essere segretamente fidanzata con lui da quattro anni, dopo averlo conosciuto dallo zio, del quale era stato allievo per diverso tempo. Elinor dapprima non riesce a credere a una notizia simile, ma poi deve arrendersi all'evidenza e, una volta rimasta sola, si abbandona ovviamente alla disperazione, sconvolta e mortificata da quella sorprendente rivelazione.

Vol. II, cap. 1 (23)
Elinor riflette sulla situazione; alla prima condanna verso Edward segue subito la ricerca di una spiegazione che possa, almeno in parte, giustificarlo. E di spiegazione Elinor ne trova, tanto da convincersi che l'amata resta lei, e che il legame con Lucy non è altri che un errore di gioventù del quale purtroppo Edward dovrà pagare le conseguenze. Decide di non rivelare nulla né alla madre né alle sorelle e di cogliere la prima occasione per riparlarne con Lucy, sia per capire meglio i sentimenti di quest'ultima che per smorzarne l'evidente gelosia. L'occasione si presenta durante un pomeriggio a Barton Park senza Sir John, quando Elinor riesce ad appartarsi con Lucy, mentre Marianne siede sognante al pianoforte e le altre giocano a carte.

Vol. II, cap. 2 (24)
La conversazione con Lucy conferma a Elinor la vacuità e la falsità della sua interlocutrice, che cerca più volte di estorcerle consigli su un argomento così confidenziale da non poterne permettere nessuno. Elinor si rende anche conto che Lucy cerca di tastare il terreno, di sapere la natura esatta dell'amicizia tra lei e Edward, ma cerca di non lasciarsi sfuggire nulla che possa tradire il suo vero stato d'animo. La conversazione si conclude perciò come era cominciata, con Elinor sempre più convinta che Edward si trovi invischiato in un fidanzamento sbagliato, che solo il suo alto senso della parola data non gli permette di rompere. Le Steele, ormai divenute indispensabili in casa Middleton, si fermano molto oltre le previsioni iniziali e passano il Natale a Barton Park.

Vol. II, cap. 3 (25)
Passato il Natale, Mrs. Jennings comincia a pensare di trasferirsi nella sua casa di Londra e, con il solito entusiasmo, invita Elinor e Marianne ad accompagnarla. Elinor dapprima rifiuta decisamente, ma poi si accorge del turbamento della sorella, che al solo sentire parlare del luogo dove avrebbe potuto rivedere Willoughby non sta nella pelle, e si ammorbidisce, lasciando in sospeso la risposta per chiedere il parere della madre. Naturalmente, come Elinor si aspettava, Mrs. Dashwood è felicissima dell'invito e rigetta tutte le obiezioni di Elinor, anche perché sa che entrambe potrebbero rivedere i rispettivi amati. Elinor tenta di smorzare quell'entusiasmo, in particolare per quanto riguarda lei, ma l'impegno alla segretezza le impedisce di rivelare alla madre la verità su Edward. L'invito viene perciò accettato e le due sorelle partono con Mrs. Jennings ai primi di gennaio, con la promessa di essere seguite qualche giorno dopo dai Middleton e dalle Steele.

Vol. II, cap. 4 (26)
Mrs. Jennings e le sorelle Dashwood arrivano a Londra dopo tre giorni di viaggio, e il primo pensiero di Marianne è scrivere a Willoughby e poi aspettare con impazienza il suo arrivo o una risposta. Nel pomeriggio sembra che le speranze di Marianne stiano per avverarsi, ma la persona che ha bussato alla porta è solo il colonnello Brandon, in visita di cortesia dopo aver pranzato dai Palmer, anche loro in città. Il colonnello si accorge del turbamento di Marianne e Elinor cerca, come suo solito, di ovviare al comportamento poco educato della sorella. La mattina del giorno dopo arriva Mrs. Palmer, che porta tutte a fare spese. Al ritorno Marianne resta ancora una volta delusa dal mancato arrivo sia di Willoughby che di una sua risposta.

Vol. II, cap. 5 (27)
Mrs. Jennings e le sorelle Dashwood proseguono nella routine di visite londinesi, e un mattino, al ritorno da uno di questi giri cittadini, trovano il biglietto da visita di Willoughby. Marianne, naturalmente, riacquista l'entusiasmo e il mattino dopo decide di restare in casa, ma Willoughby non si fa vedere. Arriva la notizia che i Middleton sono Londra, e subito Sir John organizza un ricevimento e un ballo, a cui Marianne partecipa con la solita apatia. Elinor decide a questo punto di scrivere alla madre, chiedendole con fermezza di farsi chiarire da Marianne, una volta per tutte, la natura esatta dei suoi rapporti con Willoughby; mentre è intenta a scrivere, arriva il colonnello Brandon e, in un colloquio con la sola Elinor, chiede se è vero che ormai il matrimonio tra Marianne e Willoughby è definitivamente deciso, così come si sente dire dappertutto. Elinor lo informa di non sapere nulla di preciso, ma nello stesso tempo gli conferma di essere convinta dell'affetto tra i due, anche se la sua inquietudine al riguardo resta inalterata.

Vol. II, cap. 6 (28)
Dopo alcuni giorni senza novità, le sorelle Dashwood sono invitate ad accompagnare Lady Middleton a un ricevimento. Qui, finalmente, incontrano Willoughby, ma è un incontro che sprofonda Marianne nella disperazione e conferma tutti i dubbi di Elinor. Willoughby, infatti, è con una giovane donna molto elegante e, solo dopo esservi stato costretto, va a salutare le due sorelle con un misto di freddezza e imbarazzo nel quale Elinor riconosce immediatamente la verità. Marianne non riesce quasi più a connettere e supplica la sorella di portarla immediatamente a casa, dove Elinor, in attesa di Mrs. Jennings, ancora dalla figlia minore che non stava bene, riflette su quella triste situazione e un po' si consola della sua, altrettanto triste ma, almeno, non toccata dalla disistima verso il proprio amato.

Vol. II, cap. 7 (29)
Il mattino dopo, all'alba, Marianne scrive di nuovo a Willoughby e, dopo una colazione in cui è restata chiusa nel proprio dolore, riceve la risposta. Elinor si affretta ad accomiatarsi dalla ciarliera Mrs. Jennings, e trova la sorella disperata e piangente, con la lettera di Willoughby in mano e altre sparse sul letto. Willoughby si è finalmente spiegato: la sua era solo stima verso tutte le Dashwood, tanto che nel giro di qualche settimana si sposerà con una donna con la quale era da tempo impegnato; si scusa se involontariamente ha fatto capire a Marianne qualcosa di diverso, e le restituisce i tre biglietti ricevuti a Londra e la ciocca di capelli che Marianne gli aveva dato a Barton. Elinor è ovviamente disgustato dalla lettera e Marianne, altrettanto ovviamente disperata per un comportamento che si rifiuta di accettare, rivela alla sorella che, in realtà, Willoughby non ha mancato alla parola, visto che tra loro non c'era mai stato un impegno ufficiale, ma aggiunge di essere certa del suo amore a Barton, e altrettanto certa che qualcuno lo ha messo contro di lei. Elinor scende a scusarsi con Mrs. Jennings per non poterla accompagnare nella solita uscita giornaliera e torna subito da Marianne, sempre più agitata e incontrollabile.

Vol. II, cap. 8 (30)
Al ritorno a casa, un'indignata Mrs. Jennings porta notizie fresche: Willoughby sta per sposarsi con Miss Grey e le sue cinquantamila sterline. Marianne è ancora chiusa nel suo dolore ma, con sorpresa di Elinor, scende a pranzo, anche se resta persa nei propri pensieri, senza nemmeno accorgersi delle chiacchiere e delle insistenti premure di Mrs. Jennings. Marianne torna in camera sua e Elinor riesce a convincerla a dormire. All'ora del tè arriva il colonnello Brandon, e Elinor capisce subito che ha saputo tutto, come lui le conferma subito dopo, raccontandole le chiacchiere molto circostanziate che aveva per caso sentito in una cartoleria. Ma la notizia della possibile speranza di poter ora conquistare il cuore di Marianne non sembra avere sul colonnello quell'effetto rinvigorente previsto da Mrs. Jennings, che lo osserva stupita mentre trascorre la serata più serio e riservato che mai.

Vol. II, cap. 9 (31)
Il risveglio di Marianne è funestato da una nuova illusione: Mrs. Jennings le porta una lettera che lei immagina subito di Willoughby, scoprendo immediatamente dopo che è della madre, sempre affettuosa e, ignara dell'accaduto, fiduciosa in Willoughby. Mrs. Jennings esce e, mentre Elinor sta scrivendo alla madre per metterla al corrente, e Marianne le è seduta vicino, arriva il colonnello Brandon. Marianne si rifugia immediatamente nella sua stanza, ma Brandon sembra contento di trovare Elinor da sola, anzi le dice che era proprio ciò che sperava. Dopo molte titubanze, racconta a Elinor la storia delle due Eliza: la madre, una cugina orfana cresciuta con lui e con la quale era nato un amore ricambiato, era stata fatta sposare a forza al fratello maggiore, mentre lui era praticamente fuggito nell'esercito. Ma il matrimonio si era concluso con un divorzio e con la rovina dell'amata, ritrovata dal colonnello solo poco prima di morire, in miseria e con una figlia di tre anni, a cui aveva dato il suo stesso nome. La bimba, dopo la morte della madre, viene affidata al colonnello, che ne aveva curato l'educazione; ma alla prima uscita, a diciassette anni a Bath, era scomparsa, e Brandon, dopo molte ricerche, era riuscito ad avere sue notizie proprio dalla lettera che aveva provocato l'improvvisa partenza da Barton il giorno della gita. La ragazza era incinta, e il seduttore non è altri che Willoughby. Il racconto lascia naturalmente esterrefatta Elinor, che però ringrazia il colonnello, ritenendo che una rivelazione del genere non possa che alleviare il dolore della sorella.

Vol. II, cap. 10 (32)
Elinor riferisce immediatamente a Marianne il racconto del colonnello Brandon, e la sorella lo ascolta con depressa rassegnazione prima di sciogliersi in lacrime. La madre risponde alla lettera ed esorta le figlie a restare a Londra, in quanto la solitudine di Barton non farebbe che accentuare il dolore di Marianne; ha inoltre saputo del prossimo arrivo a Londra del fratellastro delle figlie, e ritiene giusto che lo vedano. Marianne accetta a malincuore questa decisione, assumendo nei giorni successivi un comportamento assolutamente apatico; Elinor si trova quindi praticamente da sola a fronteggiare l'insistenza gentilezza di tutti i loro amici, stemperata un po' solo dall'educata indifferenza di Lady Middleton. L'unico vero sollievo è la conversazione con Brandon, gratificato da un lieve incremento di gentilezza nei suoi confronti da parte di Marianne. Questa intimità tra lui e Elinor induce Mrs. Jennings a rivedere le sue previsioni: forse sarà proprio la sorella maggiore ad avere più probabilità di conquistare il colonnello. Ai primi di febbraio Willoughby si sposa, e Marianne è costretta ad abbandonare anche quel residuo inconfessabile di speranza che le era rimasto. Arrivano le signorine Steele, e Elinor è costretta di nuovo a sopportare la lingua tagliente di Lucy e la stupidità della sorella maggiore.

Vol. II, cap. 11 (33)
Marianne si lascia convincere a ricominciare a uscire e le due sorelle vanno in una gioielleria, dove incontrano un bellimbusto pieno di borioso autocompiacimento, i cui lineamenti restano impressi a Elinor. Nello stesso negozio entra John Dashwood, a Londra da due giorni con la moglie, che il giorno successivo fa visita a casa di Mrs. Jennings, dove ha modo di conoscere anche il colonnello Brandon, e si fa poi accompagnare da Elinor a conoscere i Middleton. Resta entusiasta di tutti e, mentre si duole per lo stato di salute di Marianne, raccomanda alla sorella di non lasciarsi scappare il colonnello, anche se Elinor cerca di porre un freno al suo entusiasmo, che arriva a immaginare una cospicua eredità per le sorelle da parte di Mrs. Jennings, un desiderio certamente dettato dal rimorso per il proprio comportamento verso di loro.

Vol. II, cap. 12 (34)
Fanny Dashwood fa visita a Mrs. Jennings e Lady Middleton, e l'unica a mantenere qualche riserva è Mrs. Jennings, alla quale Mrs. Dashwood non ispira molta simpatia. I Dashwood invitano tutti a pranzo, comprese le signorine Steele, da poco ospiti dei Middleton, e il colonnello Brandon, e annunciano che ci sarà anche Mrs. Ferrars. Elinor, che pur sentendosi ormai fuori questione è comunque curiosa di conoscere quella signora di cui ha sentito così tanto parlare, viene informata da Lucy che Edward è in città ma che non parteciperà al pranzo dalla sorella. Durante il ricevimento Mrs. Ferrars e la figlia non perdono occasione per tentare di mortificare Elinor, trattando nel contempo con molta cortesia le signorine Steele e citando spesso le doti di Miss Morton, che la madre vuole far sposare a Edward. Marianne, dopo un'ulteriore provocazione di Mrs. Ferrars a Elinor, non riesce a contenersi e difende con ardore la sorella, scoppiando però in lacrime subito dopo. John si dà da fare con il colonnello, magnificando le doti di Elinor e cercando la sua compassione per il declino che ha notato in Marianne.

Vol. II, cap. 13 (35)
Il mattino dopo il ricevimento Lucy fa visita a casa di Mrs. Jennings, ha la fortuna di poter restare da sola con Elinor, e le esprime tutta la sua felicità per il modo in cui è stata trattata da Mrs. Ferrars. Le educate repliche di Elinor non scalfiscono il suo entusiasmo, condito con le usuali frecciate. Ma la scena è interrotta dall'inaspettato arrivo di Edward, che si trova così in una situazione molto imbarazzante, condivisa dalle due donne. Elinor cerca come può di ravvivare la conversazione e, subito dopo, va a chiamare la sorella. Marianne reagisce con il solito entusiasmo alla vista di Edward, ma le sue velate allusioni al rapporto che lo lega a Elinor, visto che ignora quello con Lucy, non fanno altro che rendere la situazione ancora più imbarazzante, tanto che Edward cerca subito una scusa per andarsene, imitato poco dopo anche da Lucy. Elinor vorrebbe tanto informare la sorella della realtà dei fatti, ma la promessa di segretezza che la lega a Lucy glielo impedisce.

Vol. II, cap. 14 (36)
Nasce il figlio dei Palmer, Mrs. Jennings è occupata con la figlia e le Dashwood passano, molto malvolentieri, le loro giornate dai Middleton. Per un equivoco in casa del fratello, dove un'ospite aveva capito che le due sorelle alloggiassero lì, Elinor e Marianne sono invitate, insieme al fratello e alla cognata, a un ricevimento musicale, dove la maggiore riconosce il borioso signore che avevano incontrato in gioielleria, subito dopo presentato da Mr. Dashwood come Robert Ferrars, il fratello minore di Edward. L'aspetto e la conversazione di quest'ultimo rafforzano l'opinione negativa di Elinor e concludono la sua conoscenza della famiglia Ferrars, dove non si salva nessuno tranne Edward. Mr. Dashwood propone timidamente alla moglie di invitare le sorelle per qualche giorno, ma lei rifiuta decisamente, accampando la scusa di aver già deciso di invitare le Steele. Un invito così inaspettato, e le successive notizie che raggiungono Elinor sulla sorprendente benevolenza della cognata verso Lucy e la sorella, fanno quasi credere a Elinor che, in fin dei conti, le speranze di Lucy di fare breccia nella famiglia del fidanzato segreto non siano poi così prive di fondamento.

Vol. III, cap. 1 (37)
Di ritorno da una visita a Mrs. Palmer, che ormai non aveva più bisogno della presenza costante della madre, Mrs. Jennings informa Elinor di una notizia sorprendente: Nancy Steele ha confessato a Mrs. Dashwood che la sorella è da tempo segretamente fidanzata con Edward! La rivelazione ha provocato crisi isteriche a Mrs. Dashwood, che ha cacciato di casa le due signorine così cortesemente invitate, e ancora non si sa quale sarà la reazione di Mrs. Ferrars e dello stesso Edward. Elinor riesce a non far trapelare la propria emozione e si rende conto di dover subito informare Marianne. Durante il colloquio con la sorella, Elinor cerca di minimizzare le proprie emozioni, ma poi, spinta dalle considerazioni di Marianne, che non riesce a capire quella freddezza, confessa tutta la sua sofferenza nell'aver dovuto tacere, per adempiere alla promessa fatta a Lucy, ma anche per procrastinare il più possibile una rivelazione che avrebbe fatto soffrire ulteriormente la sorella e la madre, già provate dal comportamento di Willoughby. Marianne si rende conto solo ora di quali siano state le sofferenze della sorella, e si pente amaramente del suo comportamento impulsivo e privo di qualsiasi considerazione per le persone che le sono care. Si impegna perciò a non far trapelare i propri sentimenti nelle inevitabili discussioni che seguiranno. Il mattino successivo arriva John, che informa le sorelle e Mrs. Jennings degli sviluppi della situazione: Edward si è rifiutato decisamente di rompere il fidanzamento, e la madre lo ha diseredato intestando a Robert la proprietà che doveva andare al primogenito. Mrs. Jennings non può fare a meno, provocando la costernazione di John, di elogiare il comportamento di Edward e, una volta finita la visita, le tre donne possono dare sfogo ai loro sentimenti riguardo all'accaduto.

Vol. III, cap. 2 (38)
La confidenza tra le sorelle Dashwood è ormai ristabilita, ma entrambe, per ragioni diverse, evitano di parlare tra loro dell'accaduto, mentre Mrs. Jennings si impegna moltissimo nel divulgarlo. Una bella domenica di marzo Elinor e Mrs. Jennings vanno a fare una passeggiata nei Kensington Gardens, mentre Marianne rimane a casa per paura di incontrare i Willoughby, tornati a Londra. Qui Elinor incontra Anne Steele, che la mette subito al corrente degli sviluppi della situazione: Edward, dopo tre giorni, è andato a trovarle e ha avuto un colloquio con Lucy, alla quale ha assicurato che il suo amore per lei è inalterato, informandola che a breve avrebbe preso gli ordini e avrebbe cercato di ottenere un incarico per avere un reddito ed essere in grado di sposarla. Le informazioni su quell'incontro sono molto dettagliate, e solo alla fine Elinor capisce che Anne le ha raccontato quello che ha ascoltato origliando alla porta. Ogni sua recriminazione su quella scorrettezza non ha ovviamente alcun effetto su Miss Steele. Il mattino seguente Elinor riceve una lettera da Lucy, che le conferma il racconto della sorella e, alla fine, le chiede aiuto per far ottenere a Edward un beneficio ecclesiastico. Nella lettera Lucy cita, con le abituali adulazioni, anche Mrs. Jennings, e Elinor la mostra a quest'ultima, che si dichiara ammirata dal comportamento e dalle capacità letterarie della cugina, pur compiangendo i due per le ristrettezze economiche a cui sarebbero andati incontro.

Vol. III, cap. 3 (39)
Per le Dashwood, dopo due mesi a Londra, è tempo di pensare al ritorno, anche perché Marianne è sempre più impaziente di andarsene. L'occasione arriva con l'invito dei Palmer ad accompagnarli a Cleveland, da dove, dopo un breve soggiorno là, sarebbero potute arrivare a Barton con una giornata di viaggio. Dopo un primo rifiuto, dovute alla troppa vicinanza a Combe Magna, la proprietà di Willoughby, Marianne accetta. Durante la prima visita del colonnello Brandon dopo questa decisione, Elinor ha la sorpresa di sentirsi offrire da lui l'incarico di comunicare a Edward che la rettoria di Delaford, appena liberatasi, è a disposizione di quel giovanotto trattato così male dalla sua famiglia. Il colloquio tra Brandon e Elinor, appartatisi nella stessa stanza in cui Marianne sta suonando e Mrs. Jennings fa finta di sentirla cercando comunque di stare attenta a ciò che si stanno dicendo i due, viene equivocato da quest'ultima, che, da frammenti della conversazione, si convince che sia in corso una domanda di matrimonio, anche se alcuni particolari la sorprendono non poco. Elinor, sia pur riluttante ad assumersi quell'incarico molto imbarazzante per lei, accetta di farsene carico e ringrazia con molto calore il colonnello per quella prova di disinteressata amicizia.

Vol. III, cap. 4 (40)
Una volta uscito Brandon, Mrs. Jennings, ancora convinta che si tratti di una proposta di matrimonio si congratula con Elinor con frasi che stupiscono quest'ultima, ovviamente ignara dell'equivoco, ma tutta presa al pensiero dell'incarico che l'attende per fare troppo caso alle chiacchiere dell'amica. Non appena Mrs. Jennings esce per le sue visite mattutine, Elinor si accinge a scrivere a Edward, ma è interrotta proprio dal suo arrivo, dato che Mrs. Jennings, incontrata mentre lui si accingeva a lasciare il suo biglietto di commiato, gli aveva detto di salire perché Miss Dashwood doveva dirgli qualcosa di importante. L'imbarazzo è reciproco, ma alla fine Elinor riesce a informarlo della volontà del colonnello, lasciandolo senza parole dallo stupore. Edward, ovviamente, immagina che l'offerta sia dovuta a lei, e Elinor fatica a convincerlo del contrario. Dopo aver espresso l'intenzione di recarsi subito dal colonnello per ringraziarlo, Edward si congeda, lasciando Elinor a riflettere amaramente sulla sua situazione. Mrs. Jennings torna dalle sue visite e nel successivo colloquio con Elinor continua nell'equivoco, che alla fine viene alla luce, con divertimento di entrambe.

Vol. III, cap. 5 (41)
Mrs. Jennings fa visita a Lucy che, dopo essere stata informata da Edward degli ultimi sviluppi, è di ottimo umore, ansiosa di sistemarsi a Delaford e di approfittare il più possibile della generosità del colonnello. Elinor, trascorsa una settimana dalla visita del fratello, ritiene necessario, anche se a malincuore, far visita alla cognata; deve però andarci da sola, visto che né Marianne né Mrs. Jennings sono disposte ad accompagnarla. La cognata si fa negare ma, mentre sta per andarsene, il fratello, che stava uscendo per far loro visita, la fa accomodare, la intrattiene con il racconto del grande dolore di Mrs. Ferrars e, pensando di farle piacere, la informa che quest'ultima avrebbe di gran lunga preferito lei a Lucy: un male certamente minore. Il lungo sproloquio di John viene per fortuna interrotto dall'arrivo di Robert, che, rimasto solo con Elinor mentre John va a chiamare la moglie, dapprima si mostra molto divertito dalle disavventure del fratello, e poi lo compiange con parole che confermano a Elinor la pessima opinione che ha di lui. Arriva infine Fanny che, pur non facendo parola del fattaccio, rivela con il suo comportamento di esserne stata molto colpita, visto che tenta di essere cordiale con Elinor e arriva addirittura a dolersi per la prossima partenza delle cognate.

Vol. III, cap. 6 (42)
Dopo un'ultima visita di Elinor al fratello e alla cognata, ai primi di aprile le Dashwood, Mrs. Jennings e Mrs. Palmer con il bambino partono per Cleveland, mentre Mr. Palmer e il colonnello Brandon, potendo viaggiare più velocemente, restano ancora un paio di giorni a Londra per raggiungerle subito dopo il loro arrivo. All'arrivo a Cleveland, dopo tre giorni di viaggio, Marianne non perde tempo e si dilegua nei campi per avvicinarsi il più possibile a Combe Magna e sfogare in solitudine il proprio dolore. La serata passa in chiacchiere insignificanti e il giorno successivo porta un po' di animazione con l'arrivo dei due uomini. Elinor ha la possibilità di conoscere meglio Mr. Palmer e viene informata dal colonnello Brandon delle ultime notizie riguardanti Edward. Nei giorni immediatamente successivi Marianne continua nei suoi vagabondaggi, ma le piogge dei giorni precedenti, e la sua imprudenza nel non tenerne conto, le procurano una forte infreddatura, che, dapprima minimizzata, comincia a preoccupare gli altri, in particolare il colonnello Brandon, ancora considerato da Mrs. Jennings come il futuro marito di Elinor.

Vol. III, cap. 7 (43)
Il giorno dopo, l'indisposizione di Marianne peggiora notevolmente, e quindi la sorella decide di mandare a chiamare Mr. Harris, il farmacista dei Palmer, che si mostra ottimista ma si lascia sfuggire che la malattia potrebbe essere contagiosa, mettendo subito in allarme Mrs. Palmer, che parte immediatamente con il bambino per andare a stare da alcuni parenti del marito, seguita il giorno successivo da quest'ultimo, mentre Mrs. Jennings prega il colonnello Brandon di restare. Nella seconda visita Mr. Harris è ancora più ottimista della prima, ma durante la giornata Marianne peggiora notevolmente, tanto che poco prima della mezzanotte il repentino aumento della febbre la porta al delirio. Elinor scende a cercare il colonnello Brandon, che manda subito a chiamare il farmacista e si offre di andare personalmente a prendere Mrs. Dashwood. Alle cinque del mattino, Mr. Harris, constatato il visibile peggioramento della sua paziente, prescrive delle nuove medicine, dicendosi fiducioso del loro effetto e promettendo di tornare qualche ora dopo. Nella visita successiva, però, non essendoci stato il miglioramento sperato, non può far altro che prescrivere altri rimedi. Finalmente, verso mezzogiorno, Marianne sembra stare meglio. Dapprima Elinor, memore delle precedenti delusioni, guarda con cautela a quei sintomi che sembrano indicare un miglioramento, ma col passare delle ore non può che gioire nel vedere che la sorella sembra ormai decisamente fuori pericolo, come confermato dal fiducioso farmacista. Ormai Elinor non aspetta altro che l'arrivo della madre, per annunciarle lo scampato pericolo, e, sentendo, con un paio d'ore di anticipo rispetto all'ora prevista, il rumore di una carrozza, si precipita all'ingresso... per trovarsi di fronte a Willoughby.

Vol. III, cap. 8 (44)
Elinor è sbalordita da quella visita, e il suo primo impulso è di andarsene indignata. Ma Willoughby la supplica di restare e di ascoltarlo, perché vuole aprirsi completamente con lei, e tentare di apparire, almeno un po', migliore di quanto possa essere stato giudicato. Ha saputo solo il giorno precedente dell'imminente pericolo di vita di Marianne, ed è corso da Londra per avere qual colloquio con la sorella. Nella concitata esposizione dei fatti, e soprattutto nella descrizione dei propri sentimenti, Willoughby cerca in ogni modo di convincere Elinor di come alla base del suo comportamento ci sia stata più la stupidità che la malvagità, quella stupidità che gli ha fatto abbandonare la donna che amava solo per inseguire la ricchezza. Racconta con evidente imbarazzo il colloquio con Mrs. Smith, che, una volta venuta a conoscenza di ciò che era accaduto con la figlioccia di Brandon, lo aveva cacciato di casa; della sofferenza nel lasciare senza risposta i biglietti londinesi di Marianne e nel trattarla così freddamente al ballo; dell'ignobile ultima lettera, scritta dalla moglie e da lui solo copiata, e così via. Elinor, pur oscillando tra compassione e disprezzo, si trova alla fine ad avere pietà di quell'uomo, così apparentemente baciato dalla fortuna e rovinatosi con le proprie mani. Willoughby si congeda, consapevole di aver perso per sempre Marianne, e vedendo nel proprio futuro solo infelicità e giusta punizione.

Vol. III, cap. 9 (45)
La visita di Willoughby lascia Elinor in preda a sentimenti contrastanti, nei quali prevalgono la compassione e la pena per quell'uomo considerato così indegno fino a poco prima. Passa appena mezzora ed ecco che un nuovo rumore di carrozza annuncia l'arrivo di Mrs. Dashwood, alla quale Elinor dà subito la notizia del ristabilimento di Marianne. La madre resta a vegliare la figlia minore, e Elinor va a letto, ma senza riuscire a dormire per il turbine di pensieri che agitano il suo animo, in particolare quelli verso Willoughby. Il continuo miglioramento dell'ammalata rasserena definitivamente la madre, che parla con Elinor di quanto le ha confidato il colonnello Brandon circa il suo amore inalterato per Marianne. Ormai Willoughby è dimenticato, e Mrs. Dashwood stravede con il colonnello, arrivando a giudicarlo il migliore dei mariti possibili per Marianne; Elinor ha dei dubbi in proposito, ma preferisce non rivelarli alla madre, tutta presa, con il suo consueto entusiasmo, da quella promessa di felicità per la figlia minore, senza che venga fatta parola delle rivelazioni che avevano riguardato Edward e la maggiore. La madre già parla di Marianne a Delaford, e la sua speranza di stabilirsi vicino alla figlia è un nuovo colpo per Elinor, che vorrebbe ovviamente tenersi il più lontano possibile da quella che sarà anche la residenza di Edward e Lucy.

Vol. III, cap. 10 (46)
Marianne è ormai in convalescenza e viene perciò deciso il ritorno a Barton. Le Dashwood partono con la carrozza del colonnello Brandon e arrivano dopo due giorni al cottage, dove Marianne, dopo i comprensibili primi momenti di smarrimento nel rivedere i luoghi del suo amore per Willoughby, si impegna fermamente a cambiare. Dopo qualche giorno le due sorelle possono arrischiare una passeggiata, durante la quale Marianne sfoga tutto il rammarico e il pentimento per il suo comportamento precedente, mentre Elinor, convinta da alcune frasi della sorella, che vorrebbe tanto sapere qualcosa di più sui sentimenti di Willoughby, si decide a rivelarle il colloquio avuto a con lui a Cleveland. Marianne, pur tra le lacrime, accoglie con compostezza quel racconto, e Elinor si convince che la sorella si è ormai avviata con fermezza verso il superamento delle sue pene d'amore, Marianne, desiderosa di restare sola, sale in camera sua, chiedendo a Elinor di informare la madre del colloquio avuto con Willoughby.

Vol. III, cap. 11 (47)
Dopo il colloquio tra Elinor e Mrs. Dashwood sulla visita di Willoughby a Cleveland, le tre donne si ritrovano insieme in serata, e Marianne riprende volontariamente l'argomento, trovandosi completamente d'accordo con le considerazioni di Elinor circa l'egoismo dimostrato da Willoughby. Il ritorno di Margaret, che alla partenza della madre era stata mandata da dei vicini, riporta il cottage alla vita usuale e Elinor diventa sempre più impaziente di sapere qualcosa di Edward. Non deve aspettare molto, perché una mattina il loro domestico, che era stato a Exeter per delle commissioni, le informa di aver incontrato Lucy Steele e Mr. Ferrars, di aver parlato con lei e di aver saputo che si era sposata. Elinor non riesce a nascondere la sua emozione, e la madre si rende conto di aver molto sottovalutato le sofferenze della figlia maggiore, tutta presa com'era dal dolore, molto più evidente ma non per questo maggiore, di Marianne.

Vol. III, cap. 12 (48)
Elinor rimane colpita più di quanto avesse creduto possibile da quella notizia, forse perché nel suo intimo aveva sempre sperato in qualcosa che evitasse quel matrimonio. Una volta calmato a fatica il primo turbamento, comincia a essere ansiosa di saperne di più, e dopo qualche giorno, vedendo dalla finestra avvicinarsi un uomo a cavallo, e sicura che si tratti del colonnello Brandon, si aspetta di avere maggiori notizie da lui. Ma guardando meglio, si accorge che quell'uomo non è il colonnello Brandon, ma proprio Edward. Elinor, insieme alla madre e alle sorelle, riesce a fatica a celare la sorpresa e l'imbarazzo, anche perché Edward non sembra certo meno imbarazzato di loro. La conversazione va avanti a fatica, inframmezzata da lunghe pause, finché, a una domanda diretta di Elinor, Edward non rivela che sì, il matrimonio di Lucy Steele c'è stato, ma lo sposo non è lui ma il fratello. Mrs. Dashwood e Marianne restano sbalordite, e Elinor, incapace di controllarsi, si precipita fuori della stanza scoppiando in lacrime di gioia, mentre Edward, non sapendo bene che cosa fare, esce con aria sognante dalla casa e le altre restano interdette a fare ipotesi tra di loro.

Vol. III, cap. 13 (49)
Dopo qualche ora, la visita di Edward finisce come doveva finire: lui e Elinor sono finalmente uniti. Le giornate successive passano parlando di quello straordinario avvenimento che ha cambiato le loro vite, quell'inesplicabile cambio di rotta di Lucy, e l'altrettanto inspiegabile comportamento di Robert. Edward fa leggere a Elinor la lettera con la quale Lucy gli aveva comunicato l'ormai avvenuto matrimonio con il fratello, ed entrambi fanno ipotesi sulle ragioni di entrambe le parti e, inevitabilmente, su quale sarà il comportamento di Mrs. Ferrars. Dopo qualche giorno arriva anche il colonnello Brandon, non troppo ottimista sulle sue possibilità di conquistare il cuore di Marianne. Arrivano anche lettere di Mrs. Jennings, che racconta, con il solito calore, le vicissitudini della povera Nancy, lasciata dalla sorella senza un soldo a Londra, e di John Dashwood, che, con il suo prevedibile tono solenne, le informa delle sofferenze della moglie e della suocera e della sua intenzione di invitare Edward a tentare una riconciliazione con la madre. Elinor convince il recalcitrante Edward a fare un tentativo in quel senso, tenendo anche conto della loro situazione economica non certo florida, e lui parte per Delaford insieme al colonnello Brandon, per vedere finalmente la sua futura casa, e per recarsi subito dopo a Londra.

Vol. III, cap. 14 (50)
Mrs. Ferrars si lascia infine convincere a perdonare Edward, e anche se questo perdono lascia inalterate le decisioni precedenti sui diritti di primogenitura ormai trasferiti al fratello, l'elargizione delle stesse diecimila sterline già assegnate a Fanny permettono alla coppia di sentirsi ormai al sicuro dal punto di vista finanziario. Anche Robert e Lucy vengono, poco dopo, perdonati, anzi, le astute manovre adulatrici della nuora un tempo così osteggiata la rendono indispensabile a Mrs. Ferrars. A Elinor e Edward, spalleggiati dalla madre e da tutti gli amici, non rimane che un desiderio: quello di vedere Marianne sposata al Colonnello Brandon; e Marianne, circondata da amici e parenti che sembrano non volere altro, è quasi costretta a fare quel passo, anche se in seguito, grazie al suo carattere incapace di amare a metà e ai meriti del colonnello, non può fare a meno di essergli devota quanto lo era stata a Willoughby. Quest'ultimo, dopo il colpo ricevuto alla notizia del matrimonio di Marianne, si consola dedicandosi a cani e cavalli, a una moglie che alla fine non è poi così male e a una vita dispendiosa e spensierata, mantenendo, ma solo dentro di sé, il ricordo incancellabile di quella romantica ragazza che gli aveva fatto girare la testa. A Delaford, naturalmente, le due coppie vivono d'amore e d'accordo, con la quasi costante presenza di Mrs. Dashwood, mentre Sir John e Mrs. Jennings si consolano con Margaret, ormai abbastanza grande da essere oggetto di quei motteggi prima riservati alle sorelle maggiori.

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