Jane Austen

Ragione e sentimento
Introduzione

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Ragione e sentimento

Introduzione


Ragione e sentimento (Sense and Sensibility) è stato il primo romanzo pubblicato di Jane Austen, il 30 ottobre 1811, in tre volumi, al prezzo di 15 scellini e con, al posto del nome dell'autore, l'indicazione: «By a Lady». L'editore era Thomas Egerton e la pubblicazione avvenne con il sistema "su commissione", ovvero, in pratica, a spese dell'autore, che partecipava alle spese di stampa e, ovviamente, ai profitti delle vendite, con una percentuale a favore dell'editore che di solito era pari al 10%. L'altro iter di pubblicazione, la vendita dei diritti (a parte il sistema della sottoscrizione, quest'ultimo usato però, in genere, da autori già affermati), permetteva un introito immediato, ma escludeva completamente l'autore dai profitti delle vendite. L'unica esperienza editoriale di JA risaliva al 1803, quando i diritti di Susan (il romanzo poi pubblicato postumo con il titolo Northanger Abbey) furono venduti a Benjamin Crosby per 10 sterline. Il libro non fu più pubblicato, tanto che JA chiese all'editore la restituzione del manoscritto, con una lettera del 1809 alla quale Crosby rispose offrendosi di rivenderlo allo stesso prezzo di acquisto.

La scelta della pubblicazione "su commissione" si rivelò vantaggiosa, visto che per la prima edizione JA ricevette 140 sterline, una somma molto più alta di quella che avrebbe potuto avere per la vendita dei diritti, considerata soprattutto la sua veste di esordiente. La tiratura della prima edizione è sconosciuta, ma è ragionevole presumere che fosse inferiore alle mille copie, esaurite entro luglio 1813. Una seconda edizione fu pubblicata, sempre da Egerton, il 29 ottobre di quell'anno, al prezzo di 18 scellini, stavolta con l'indicazione: «By the Author of "Pride and Prejudice"» (Orgoglio e pregiudizio era stato pubblicato all'inizio dell'anno e aveva avuto un certo successo). Non conosciamo la tiratura di questa seconda edizione, ma sappiamo che fruttò all'autrice molto meno della prima: circa 62 sterline, nell'arco di tre anni; l'ultimo pagamento risale infatti al marzo del 1817.
Ragione e sentimento fu anche il primo dei "romanzi canonici" a essere scritto, visto che la prima stesura, in forma di romanzo epistolare e con il titolo Elinor and Marianne, risale all'incirca al 1795. Di questa prima stesura non sappiamo praticamente nulla: i manoscritti dei romanzi canonici, ivi comprese le prime stesure, sono tutti perduti, salvo i due capitoli finali di Persuasione, poi parzialmente sostituiti nell'edizione definitiva.

L'epistolario austeniano contiene solo alcuni accenni al romanzo; particolarmente interessante è il primo, in una lettera a Cassandra del 25 aprile 1811, quindi sei mesi prima della pubblicazione:

No davvero, non sono mai troppo occupata da non pensare a S&S. Non posso scordarmelo, più di quanto una madre possa scordarsi di allattare un figlio; e ti sono molto grata per il tuo interessamento. Ho ricevuto due fogli da correggere, ma l'ultimo ci conduce solo alla prima apparizione di W. (1) Mrs K. (2) si rammarica in maniera molto lusinghiera di dover aspettare fino a maggio, ma io a malapena spero che esca a giugno. - Henry non lo trascura; ha sollecitato il Tipografo, e dice che lo vedrà di nuovo domani. - Il lavoro non si fermerà durante la sua assenza, sarà mandato a Eliza. Le Rendite restano quelle che erano, ma se posso cercherò di modificarle. (3) - Sono molto compiaciuta dell'interesse di Mrs K. per il libro; e qualunque possa esserne l'esito per la stima che ha di me, vorrei sinceramente che la sua curiosità potesse essere soddisfatta prima di quanto sia probabile al momento. Credo che le piacerà la mia Elinor, ma non posso basarmi su null'altro.
Le parole iniziali sono molto simili a quelle che Jane Austen userà due anni dopo, il 29 gennaio 1813, per annunciare alla sorella l'arrivo della prima copia di Orgoglio e pregiudizio: "Voglio dirti che ho avuto il mio adorato Bambino da Londra", mentre non sappiamo chi o che cosa aveva suggerito all'autrice di modificare le rendite descritte nel libro, e nemmeno se poi le rendite furono o meno cambiate.
La seconda menzione, di carattere finanziario, la troviamo in una lettera del 3 luglio 1813 al fratello Frank, in quel periodo di stanza con la sua nave nel Mar Baltico:
Sarai lieto di sapere che sono state vendute tutte le Copie di S.&S. e che ne ho ricavato 140 sterline - al di là dei diritti d'autore, se mai varranno qualcosa. - Al momento quindi ho scritto per 250 sterline - il che serve solo a farmene desiderare di più.
Le 250 sterline comprendevano, oltre al ricavato del primo romanzo, anche l'importo pagato da Egerton, 110 sterline, per i diritti di Orgoglio e pregiudizio, l'unico romanzo per il quale JA vendette i diritti.
Il 25 settembre dello stesso anno, sempre in una lettera al fratello Frank, c'è la notizia dell'intenzione di pubblicare una seconda edizione del romanzo: "Ci sarà una 2ª Edizione di S.&S. Egerton la raccomanda.", che, come abbiamo visto, uscirà un mese dopo.

Ragione e sentimento è l'unico dei sei romanzi canonici in cui la protagonista femminile è sdoppiata: Elinor e Marianne Dashwood sono entrambe eroine con pari dignità, e i due sentimenti presenti nel titolo sono, almeno all'inizio del libro, attribuiti ciascuno a una delle due sorelle, per poi man mano mescolarsi in entrambe. La circostanza di due sorelle protagoniste fece naturalmente pensare a un riferimento alla vita dell'autrice, tanto che nella sua biografia della zia James Edward Austen-Leigh ritenne opportuno smentire ogni rapporto tra finzione e realtà, probabilmente anche per non intaccare in alcun modo l'algido ritratto vittoriano della zia che emerge dal suo libro. Parlando delle due sorelle Austen il nipote scrive infatti:

Non erano esattamente uguali. Cassandra era quella con il carattere più freddo e quieto; era sempre prudente e assennata, ma con meno dimostrazioni esteriori e un temperamento meno solare di Jane. In famiglia si diceva che "Cassandra aveva il merito di avere il proprio temperamento sempre sotto controllo, ma Jane aveva la fortuna di un temperamento che non aveva bisogno di essere controllato." Quando fu pubblicato "Ragione e sentimento", qualcuno, che conosceva poco la famiglia, ipotizzò che nelle due Miss Dashwood l'autrice avesse voluto ritrarre lei stessa e la sorella, ma non poteva essere così. Il carattere di Cassandra poteva davvero rappresentare il "buonsenso" di Elinor, ma quello di Jane aveva ben poco in comune con il "sentimento" di Marianne. La giovane donna che, prima dei vent'anni, riusciva a riconoscere così chiaramente i difetti di Marianne Dashwood, avrebbe potuto difficilmente essere lei stessa preda di quei difetti. (4)
Pochi mesi dopo la pubblicazione, uscirono due recensioni anonime; a febbraio 1812 sulla "Critical Review" e a maggio dello stesso anno sulla "British Critic". Furono entrambe piuttosto positive, e tutte e due evidenziavano in particolare i meriti "morali" della vicenda narrata:
La trama potrebbe essere ritenuta insignificante da quei lettori di romanzi che sono all'insaziabile ricerca di qualcosa di nuovo. Ma gli eccellenti insegnamenti che emergono, e gli utili principi morali che possono derivare da un'attenta lettura, sono requisiti talmente essenziali che la mancanza di novità può essere in questo caso facilmente superata. I personaggi di Elinor e Marianne sono messi in contrasto molto bene; la prima possiede grande buonsenso, unito a una appropriata quantità di sentimento; la seconda una pari porzione del buonsenso che rende la sorella così degna di stima, ma allo stesso tempo unisce ad esso uno smodato livello di sentimento che la rende infelice in ogni occasione, anche la più insignificante, e disturba chiunque le stia intorno. (5)

Lo scopo dell'opera è mostrare gli effetti sulla vita di un discreto e tranquillo buonsenso da una parte, e di una esagerata ed eccessiva sensibilità dall'altra. I personaggi sono delineati felicemente e portati avanti in modo ammirevole. Il lettore è messo di fronte a due sorelle, con situazioni simili quanto a educazione e talenti, ed esposte a prove analoghe, ma una di loro, con un assennato sforzo di prudenza e giudizio affronta con fermezza, e supera con successo, ciò che sprofonda l'altra in un abisso di afflizione, dolore e delusione. (6)

senza però dimenticare le parti in cui l'autrice rivela la sua maestria nel tratteggiare alcuni personaggi con il suo pennello finissimo intriso di ironico divertimento:
nulla può essere più felicemente delineato del ritratto del fratello maggiore, che, chiamato dal padre morente ad assistere la madre e le sorelle, dapprima decide di dare alle sorelle mille sterline a testa, ma poi, dopo qualche riflessione, e un colloquio con la amabile moglie, si persuade che il dono occasionale di pesce e cacciagione sarà conforme alle reali intenzioni del padre, e soddisferà ogni obbligo dettato dal dovere. (7)
L'anonimo recensore della "British Critic" aveva quindi apprezzato molto il secondo capitolo del romanzo, uno dei più belli scritti da Jane Austen, nel quale il progressivo scadere di valore degli aiuti che John Dashwood ha in mente per la matrigna e le sorellastre dopo la morte del padre, da tremila sterline a qualche piccola cortesia di tanto in tanto, è condotto con una maestria che è pari soltanto al perfido e precisissimo ritratto della egoistica taccagneria della moglie, abilissima nel far sembrare al marito che le considerazioni via via suggerite da lei non siano altro che giudizi ragionevoli partoriti dalla mente di lui, come si legge nel magistrale periodo finale, nel quale quel "decise" attribuito al marito sembra implicitamente accompagnato da una strizzata d'occhio al lettore:
"Tuo padre pensava solo a loro. E io ho proprio bisogno di dirlo, che non gli devi nessuna particolare gratitudine, né attenzione ai suoi desideri, perché sappiamo fin troppo bene che se avesse potuto, avrebbe lasciato quasi tutto a loro." Questo argomento risultò irresistibile. Gli diede le certezze che prima gli mancavano; e, alla fine, decise che sarebbe stato assolutamente superfluo, per non dire indecoroso, fare di più, per la vedova e le figlie del padre, di quei gesti di amichevole cortesia indicati dalla moglie.
Visto che una introduzione dovrebbe accompagnare all'ingresso e non addentrarsi troppo oltre, mi fermo qui, al secondo capitolo e quindi quasi sulla soglia, e lascio la parola alle pagine austeniane, molto più interessanti di qualsiasi cosa possa aggiungere io:
La famiglia Dashwood si era da tempo stabilita nel Sussex. Avevano una vasta tenuta...



(1) Willoughby, che appare per la prima volta nel vol. I, cap. 9.

(2) Catherine Knight, nata Knatchbull (1753-1812) vedova di Thomas Knight II. I due avevano adottato Edward Austen, che erediterà dalla coppia i possedi-menti di Chawton e di Godmersham.

(3) Nel romanzo il patrimonio che resta alla moglie e alle figlie dopo la morte di Mr Dashwood ammonta a diecimila sterline (settemila lasciate da Mr Dashwood alla moglie e tremila dallo zio come eredità alle figlie), corrispon-denti a una rendita annua di 400/500 sterline.

(4) James Edward Austen-Leigh, Ricordo di Jane Austen, cap. I, traduzione di Giuseppe Ierolli su jausten.it. Titolo originale: A Memoir of Jane Austen, Richard Bentley and Son, London, 1870.

(5) "Critical Review", quarta serie, febbraio 1812, pp. 149-57.

(6) "British Critic", maggio 1812, xxxix, p. 527.

(7) "British Critic", maggio 1812, xxxix, p. 527.

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