Jane Austen

Juvenilia
Introduzione

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Juvenilia

Introduzione


Gli scritti giovanili di Jane Austen, conosciuti come Juvenilia, furono scritti approssimativamente dal 1787 al 1793, ovvero quando l'autrice aveva dai dodici ai diciotto anni. Sono conservati in volumi manoscritti contrassegnati da tre titoli pomposamente ironici: "Volume the First", "Volume the Second" e "Volume the Third", con un giocoso richiamo alla moda del tempo, che prevedeva in genere la pubblicazione dei romanzi in tre volumi (come avvenne per i quattro romanzi di Jane Austen pubblicati durante la sua vita: Sense and Sensibility, Pride and Prejudice, Mansfield Park e Emma).
Sono brani molto diversi l'uno dall'altro, a partire dalla lunghezza: si va dalla mezza pagina scarsa di Un frammento - scritto per inculcare l'esercizio della Virtù, alle oltre quaranta di Catharine, ovvero la pergola. Anche i generi sono molto diversi: frammenti di racconti, romanzi brevi, romanzi epistolari, saggi storici, pezzi teatrali, versi. Ciò che li accomuna è la vivace fantasia di una ragazzina che si diverte a giocare con le proprie letture, con un'ironia e un gusto per la parodia che matureranno poi nei cosiddetti "romanzi canonici". Qui queste qualità sono allo stato puro, la piccola Jane non si preoccupa troppo dell'ortografia e della sintassi, sembra quasi correre sulle pagine come una bambina, e poi un'adolescente, che si diverta a smontare e rimontare a proprio piacimento i giochi che la appassionavano tanto: la lettura dei romanzi e la messa in scena in famiglia di lavori teatrali adattati alle capacità di figli e parenti degli Austen.
I tre volumi manoscritti rimasero alla sorella Cassandra e dopo la sua morte, nel 1845, passarono a tre diversi componenti della famiglia: il primo al fratello Charles, il secondo al fratello Frank e il terzo al nipote James Edward Austen-Leigh, figlio di James. Ora il primo volume è alla Bodleian Library di Oxford e gli altri due alla British Library. La fama crescente di Jane Austen può essere misurata anche dal prezzo pagato dalle due biblioteche per i diversi volumi, acquisiti dal 1932 al 1988: volume I, 1932, 75 sterline; volume II, 1977, 40.000 sterline; volume III, 1988, 120.000 sterline. Peter Sabor, nell'introduzio-ne all'edizione critica degli Juvenilia, commenta così: "Anche considerando l'inflazione, si tratta di un incremento spettacola-re. Per averne un'idea, si confronti il fattore di inflazione dal 1932 al 1988, pari a circa 26, con quello dell'incremento di prezzo per i manoscritti, pari a 1.600."

Ho utilizzato il testo stabilito nella "Cambridge Edition of the Works of Jane Austen": Juvenilia, a cura di Peter Sabor, Cambridge University Press, Cambridge, 2006, e nella traduzione ho mantenuto sia la punteggiatura, molto libera, dell'originale, sia l'uso, altrettanto libero, delle maiuscole.
La cronologia dei brani non può essere stabilita con assoluta certezza, a parte alcuni che riportano una data o che sono legati ad avvenimenti ben conosciuti (per esempio la nascita delle nipoti nei pezzi a loro dedicati). Quella stabilita nell'edizione critica citata è comunque, allo stato dei fatti, la più attendibile possibile; la riporto in ordine cronologico, con l'indicazione tra parentesi del relativo volume:

I ventisette brani sono tutti dedicati a qualcuno, con l'eccezione di Edgar ed Emma. I destinatari delle dediche sono il padre, la madre, la sorella, tutti i fratelli salvo George (che aveva una qualche disabilità non meglio accertata, forse era sordomuto, e fu affidato, come si usava all'epoca, a una famiglia che si prendesse cura di lui a pagamento - non è mai citato nelle lettere di Jane Austen, almeno in quelle rimasteci), le due nipoti più grandi (Fanny e Anna, rispettivamente figlie di Edward e James), due cugine (Jane Cooper - figlia di una sorella della madre - e Eliza Hancock de Feuillide, poi Austen - figlia di una sorella del padre) e due amiche sorelle tra di loro (Mary e Martha Lloyd) che poi sposeranno due fratelli di Jane: James e Frank.

Nella sezione "Altre opere" è presente un brano che appartiene cronologicamente al periodo degli Juvenilia; si tratta del contenuto di un numero del 1789 della rivista "The Loiterer" ("Il perdigiorno"), in cui apparve una lettera firmata "Sophia Sentiment", da molti biografi attribuita a Jane Austen (allora poco più che tredicenne). La rivista era a cura del fratello James, con molti contributi anche di Henry, e altri biografi ritengono che la lettera potrebbe essere stata scritta da uno loro e non dalla sorella. Una delle più convinte assertrici dell'attribuzione a Jane Austen è Deirdre Le Faye (autrice di importanti studi austeniani e curatrice dell'ultima edizione critica delle "Lettere"), che ne parla sia in Jane Austen, The British Library, London, 1988, pagg. 30-31, sia nella sua riedizione di Jane Austen: A Family Record, Cambridge University Press, Cambridge, 2004 (second edition), pag. 68. Le Faye ritiene che "il tono della parodia è talmente conforme agli Juvenilia di Jane da rendere ragionevole l'ipotesi che la lettera sia stata scritta da lei." Rivela inoltre, a sostegno di questa ipotesi due circostanze "esterne". La prima è che il nome utilizzato per la firma, Sophia Sentiment, è tratto da The Mausoleum, una commedia in versi di William Hayley del 1785, che risulta acquistata da JA nel 1791 ma che potrebbe ovviamente essere stata letta anche prima (Paula Byrne, nel suo Jane Austen and the Theatre - Hambledon, London, 2002, pag. 17 - riprende questa ipotesi e scrive che la commedia potrebbe essere stata: "tra quelle considerate per una rappresentazione da parte degli Austen quando erano alla ricerca di materiale per le loro recite nel 1788"). La seconda è la circostanza che il numero 9 di "The Loiterer" fu l'unico a essere pubblicizzato sul "Reading Mercury", un giornale locale che circolava nel Nord Hampshire, cosa che Le Faye legge come un omaggio particolare di James al primo scritto della sorella mai pubblicato. La questione rimane comunque irrisolta, ma la lettera, insieme al preambolo che la precede e alle considerazioni finali del redattore (James), merita di essere letta.

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