Jane Austen

Sir Charles Grandison
traduzione di Giuseppe Ierolli

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Questa commedia, ispirata al famoso romanzo The History of Charles Grandison di Samuel Richardson, è stata pubblicata per la prima volta nel 1980, trascritta e curata da Brian Southam (Jane Austen's 'Sir Charles Grandison', Oxford University Press). Il manoscritto, di mano di JA, era però conosciuto da molto prima, e nella tradizione familiare era attribuito a Anna Austen, come scrive la figlia Fanny Caroline Lefroy nella sua Family History: "Ho ancora in mio possesso un pezzo teatrale, scritto da zia Jane, dettatole da mia madre e basato su Sir Charles Grandison, un libro che le era familiare quando aveva sette anni."
Nel suo libro Southam, basandosi su un'analisi stilistica del testo, si dice convinto che l'autrice sia invece la stessa JA, e ipotizza che possa essere stato iniziato nel 1791-2 e che poi JA ci abbia lavorato negli anni successivi, fino al 1800.
L'attribuzione, all'inizio largamente accettata, è stata via via contestata da altri studiosi austeniani, ad esempio da Marilyn Butler, che, nella London Review of Books del 21 maggio-3 giugno 1981, scrisse che la commedia sembra "una trasposizione molto letterale delle scene più memorabili", tratte dalla trama principale del libro di Richardson, "scritte probabilmente da qualcuno molto giovane e non certo esperto nell'arte drammatica. Il primo atto può essere accettato solo presumendo che l'autore non abbia più di dodici anni."
Nell'ultima edizione critica della Cambridge University Press (Later Manuscripts, edited by Janet Todd and Linda Bree, 2008) le curatrici propendono per la tradizione familiare. Ritengono che il manoscritto possa essere datato intorno al 1800, sia per il fatto che i fogli in cui sono scritti gli atti dal secondo al quinto hanno la filigrana datata 1796 e 1799 (quelli del primo atto non hanno filigrana), sia per una citazione del terzo atto: l'aria dal "Gran Ballet" Laura et Lenza, rappresentato a Londra nel maggio 1800. Per quanto riguarda l'attribuzione, scrivono, fra l'altro, che "non vediamo nessun motivo inoppugnabile per contraddire la tradizione familiare, riportata dalla figlia di Anna probabilmente quando quest'ultima era ancora viva, circa il fatto che il lavoro sia stato dettata da Anna alla zia." Ricordano anche che Anna, che nel 1800 aveva sette anni, era stata una lettrice dei lavori della zia sin da piccola e si era cimentata più tardi nella scrittura di un romanzo, per il quale aveva chiesto consigli che la zia era stata lieta di fornirle (vedi le lettere 104, 107, 108 e 113 del 1814).
Le conclusioni di Janet Todd e Linda Bree mi sembrano molto ragionevoli, anche perché non appare affatto strano che la zia si sia prestata a scrivere sotto dettatura, magari con alcuni suggerimenti, per una nipote di sette anni, un'età in cui non si può certo essere ancora avvezzi alla penna. Comunque, ovviamente, non ci potrà mai essere nessuna certezza in merito.

Per capire meglio i fatti che si svolgono durante la commedia, faccio una brevissima sintesi di quelli qui citati o richiamati, così come sono nell'originale di Richardson, un romanzo epistolare molto lungo, che fu pubblicato in sette volumi nel 1753 e che nelle edizioni moderne conta circa settecento pagine.

Harriot Byron ("Harriet" nel romanzo di Richardson), un'orfana che vive con la famiglia dello zio, George Selby, durante una visita alla cugina, Mrs Reeves, va a un ballo mascherato e viene rapita dal suo corteggiatore più recente, Sir Hargrave Pollexfen, che la porta in casa della vedova Awberry, sua complice, e tenta di sposarla con la forza. Il matrimonio non riesce e Sir Pollexfen tenta di portare Harriot a casa sua per indurla a più miti consigli; durante il viaggio, però, Sir Charles Grandison la sente chiedere aiuto e la salva dal suo persecutore. Sir Charles e Harriot si innamorano, ma lui qualche anno prima era stato in Italia e si era innamorato di Clementina, figlia del barone della Porretta, e non aveva potuto sposarla perché lei pretendeva di farlo convertire al cattolicesimo. Clementina si ammala per la delusione e il padre richiama Sir Charles in Italia, dicendosi disposto a dare la figlia a un anglicano pur di salvarla. Sir Charles, sentendosi obbligato, va in Italia, ma Clementina alla fine si proclama incapace di sposare un eretico. Così Sir Charles torna in Inghilterra e sposa Harriot.
Gli altri personaggi che appaiono nella commedia sono:
Miss Grandison: Charlotte Grandison, sorella di Sir Charles
Lady L.: Caroline Grandison, sorella di Sir Charles e moglie di Lord L.
Lord G.: corteggiatore di Charlotte Grandison, che poi sposa.
Miss Jervois: Emily Jervois, amica dei Grandison
Sally, Bridget, Jenny: domestiche

Nella lista dei personaggi appare anche "Mr Beacham", che però non è mai in scena né è mai nominato, mentre mancano tre domestici dei Reeves: Thomas, William e John, un domestico dei Grandison: Frederic, un valletto dei Grandison e il sacerdote e il suo assistente che compaiono nel secondo atto.
Il Mr Greville citato nella seconda scena del primo atto è uno dei corteggiatori di Harriot.
Nel testo il nome di Harriot Byron è scritto talvolta, come nel romanzo originale, "Harriet".

Sir Charles Grandison
or
The happy Man,
a Comedy

Sir Charles Grandison
o
L'uomo felice,
Commedia

 
Dramatis Personae

Men (Uomini)

Women (Donne)

Sir Charles Grandison
Sir Hargrave Pollexfen   
Lord L.
Lord G.
Mr Reeves
Mr Selby
Mr Beacham
Milliner (Sarta) (1)
Sally
Mrs Selby
Miss Selby
Miss Ane Selby
Bridget
Jenny
Harriot Byron
Miss Jervois
Lady L.
Miss Grandison
Mrs Reeves
Mrs Awberry
Miss Awberry
Miss Sally

(1) Nella quarta edizione (1773) del suo A Dictionary of the English Language (1755), Samuel Johnson dà questa definizione di "Milliner": "Chi vende ornamenti e abbigliamento da donna". Più tardi, nell'Ottocento, la parola assunse il significato esclusivo di "modista".

ACT THE FIRST

Scene the First

Mr. Reeve's House. Enter Mrs. Reeves & the Milliner at different doors.

MRS. R.   So, you have brought the dresses, have you?

MIL.   I have brought the young Lady's dress, & Mistress says you may depend upon having yours this Evening.

MRS. R.   Well, tell her to be sure & bring it. But let us see the dress that is come.

She takes the Bandbox out of the Milliner's hands.

MIL.   Have you other commands Madam? -

MRS. R.   No, you may go. Miss Byron & I will come to morrow & pay you.

Exit Milliner.

MRS. R.   Come, I will see whether she has made it right. Oh! but here is Miss Byron coming. I think it is but fair to let her see it first.

Enter Miss Byron with a work bag in her harm.

MRS. R.   Here my dear, here is your dress come. I hope it will fit, for if it does not she will hardly have time to alter it.

MISS B.   We will take it up stairs if you please & look at it, for Mr. Reeves is coming, & we shall have some of his Raillery.

Exeunt in an hurry.

Enter Mr. Reeves.

MR. R.   So, for once in a way I have got the coast clear of Dresses & Band boxes; & I hope my wife & Miss Byron will continue to keep their Milliner in their own rooms, or any where so as they are not in my way. Why, if I had not had a little spirit the other day I should have had them in my own study. -

Enter Sally.

SALLY.   Do you know where Miss Byron is Sir? -

MR. R.   She is up in her own room I beleive. -

Sally curtseys & goes off. -

MR. R.   Sally, Sally. -

Re-enter Sally.

SALLY.   Sir -

MR. R.   Tell Thomas to bring out the Bay horse.

SALLY.   Yes Sir.

Exit Sally.

MR. R.   Well, I must go & get on my boots - & by that time the horse will be out. -

Scene 2d

Mr. Reeves' house.

Mr. Reeves entering in a great hurry at one door, & running out at the other, calls behind the Scenes. -

MR. R.   John, run all over London & see if you can find the Chairman or Chair that took Miss Byron. You know what number it was. - Thomas, run for Dr. Smith directly.

He comes in again in great agitation.

Enter Bridget.

BRID.   Mistress is rather better Sir, & begs you will send for Dr. Smith.

MR. R.   I have, I have.

Exit Bridget, exit Mr. Reeves at different doors. - calls behind the Scenes -

MR. R.   William, run to Mr. Greville's Lodgings & if he is at home - Stop William, Come in here: -

(He comes in again, takes out his writing box & writes a note in great haste.)

MR. R.   Here William is a note. Carry it to Mr. Greville's -

Exit William.

Enter Thomas

THOS.   Dr. Smith, Sir.

MR. R.   Shew him up stairs to your Mistress.

Enter John.

JOHN.   I cannot find either the Chair or the Chairman Sir and Wilson is not come within Sir.

MR. R.   Well, she must be carried out into the country I think. - You go to Paddington & tell Thomas to go to Hampstead, & see if you can find her, & I will go to Clapham.

Exit Mr. Reeves.

ATTO PRIMO

Scena prima

Casa di Mr. Reeves. Entrano Mrs. Reeves e la sarta da porte diverse.

MRS. R.   E così avete portato i vestiti, no?

SARTA   Ho portato il vestito della signorina, e la padrona dice che potete essere certa di avere il vostro nel pomeriggio.

MRS. R.   Bene, ditele che si assicuri di mandarlo. Ma vediamo il vestito che è arrivato.

Toglie lo scatolone dalle mani della sarta.

SARTA   Avete altri ordini signora?

MRS. R.   No, potete andare. Miss Byron e io verremo domani a pagare.

Esce la sarta.

MRS. R.   Ecco qui, vediamo se l'ha fatto bene. Oh! sta arrivando Miss Byron. Credo sia giusto lasciare che lo veda lei per prima.

Entra Miss Byron con un cestino da lavoro in mano.

MRS. R.   Ecco mia cara, è arrivato il tuo vestito. Spero che ti stia bene, perché se non è così sarà difficile che la sarta abbia tempo per fare delle modifiche.

MISS B.   Portiamolo su per favore, e guardiamolo lì, perché sta arrivando Mr. Reeves e rischiamo qualcuna delle sue canzonature.

Escono in fretta.

Entra Mr. Reeves.

MR. R.   Be', per almeno una volta la piazza è sgombra da vestiti e scatole di nastri, e spero che mia moglie e Miss Byron continueranno a trattenere la sarta nelle loro camere, o in qualsiasi altro posto, così non mi staranno tra i piedi. Che diamine, se l'altro giorno non avessi usato un po' di spirito ne avrei trovati anche nel mio studio.

Entra Sally.

SALLY   Sapete dov'è Miss Byron, signore?

MR. R.   Credo sia di sopra in camera sua.

Sally fa una riverenza e esce.

MR. R.   Sally, Sally.

Rientra Sally.

SALLY   Signore...

MR. R.   Di' a Thomas di preparare il cavallo baio.

SALLY   Sì signore.

Esce Sally.

MR. R.   Be', andrò a mettermi gli stivali, e nel frattempo il cavallo sarà pronto.

Scena 2ª

Casa di Mr. Reeves.

Mr. Reeves entra molto di fretta da una porta e, uscendo di corsa dall'altra, grida da dietro la scena.

MR. R.   John, vai di corsa a Londra e vedi se riesci a trovare il portatore o la portantina che ha usato Miss Byron. Il numero lo sai. Thomas, corri subito a chiamare il Dr. Smith.

Rientra molto agitato.

Entra Bridget.

BRIDGET   La padrona sta un po' meglio, signore, e vi prega di mandare a chiamare il Dr. Smith.

MR. R.   Già fatto, già fatto.

Escono Bridget e Mr. Reeves da porte diverse. - Mr. Reeves grida da dietro la scena

MR. R.   William, corri da Mr. Greville e se è in casa... fermati William, vieni qui.

(Torna in scena, tira fuori l'occorrente per scrivere e prepara un biglietto in gran fretta.)

MR. R.   Ecco un biglietto, William. Portalo a Mr. Greville.

Esce William.

Entra Thomas

THOMAS   Il Dr. Smith, signore.

MR. R.   Accompagnalo di sopra dalla tua padrona.

Entra John.

JOHN   Non sono riuscito a trovare né il portatore né la portantina, signore, e Wilson non è rientrato, signore.

MR. R.   Be', penso che sia stata portata in campagna. Vai a Paddington e di' a Thomas di andare a Hampstead, e cercate di riuscire a trovarla; io andrò a Clapham.

Esce Mr. Reeves.

ACT THE SECOND.

Scene 1st

Paddington -. The curtain draws up & discovers Miss Byron, Mrs. Awberry.

MRS. A.   But my dear young Lady, think what a large fortune Sir Hargrave has got, & he intends you nothing but marriage -

MISS. B.   Oh! Mrs. Awberry, do you think I can marry a man whom I always disliked & now I hate? Is this not your House? Cannot you favour my Escape? -

MRS. A.   My dear Madam that is impossible without detection. You know Sir Hargrave is here & there & everywhere.

MISS B.   My dear Mrs. Awberry you shall have all the money in this purse if you will release me. -

Sir Hargrave burst into the room.

SIR H.   Mrs. Awberry I see you are not to be trusted with her, you are so tender-hearted. And you Madam! -

He snatches the purse out of her hand & flings it on the ground. He goes to the door & calls

SIR H.   Mr - - We are ready. -

Enter a Clergyman & his Clerk.

SIR H.   Miss Awberry you will be the Bridemaid if you please. -

He takes hold of Miss Byron's hand.

SIR H.   Now Madam, all your purses will not save you. -

The Clergyman takes a book out of his pocket. Miss Byron screams & faints away. Miss Sally Awberry runs in.

MISS A.   Sally, Sally, bring a glass of water directly.

Mrs. Awberry takes out her Salts & applies them to Miss Byron's nose.

SIR H.   I wish Women were not quite so delicate, with all their faints and fits! -

Miss Byron revives. Miss Sally returns with a glass of water & offers it to Miss Byron who drinks some.

MRS A.   What a long time you have been Child! If she faints again I shall send your Sister. -

SALLY.   (aside) I am glad of it. -

SIR H.   Come Sir, we will try again. -

Takes hold of Miss Byron's hand, Miss Awberry goes behind her.

CLERGN:   reads. Dearly beloved -

She dashes the book out of his hand. -

CLERGN:   picking it up again - Oh! my poor book!

SIR H.   Begin again Sir, if you please. You shall be well paid for your trouble.

CLERGN:   reading again / Dearly Beloved -

Miss Byron snatches the book out of his hand & flings it into the fire, exclaiming

MISS B.   Burn, quick, quick. -

The clergn runs to the fire & cries out

CLERGN:   Oh! Sir Hargrave you must buy me another. -

SIR H.   I will Sir, & twenty more if you will do the business. - Is the book burnt? -

MRS. A.   Yes, Sir - & we cannot lend you one in its place, for we have lost the key of the closet where we keep our Prayerbooks.

SIR H.   Well Sir, I beleive we must put it off for the present. And if we are not married in this house we shall be in mine in the Forest.

CLERGN:   Then I may go Sir I suppose. Remember the Prayer book. -

SIR H.   Yes Sir.

Exit Clergyman & his Clerk.

SIR H.   I shall be very much obliged to you Mrs. A. if you & the young Ladies will go out of the room for an instant. I will see if I cannot reason with this perverse girl. -

MRS. A.   Here Deb & Sal, come out.

Exeunt Mrs e Miss A's.

MISS B.   Oh! do not leave me alone with him, let me go out too.

She runs to the door. Sir H. follows her. She gets half way through the door, & he in shutting it squeezes her. She screams & faints. He carries her away in his arms to a Chair, & rings the bell violently.

Enter Mrs. A. & her daughters

SIR H.   Bring some water directly.

Both the daughters go out. Miss Byron revives, & exclaims

MISS B.   So, I hope you have killed me at last.

Re-enter Miss Awberry with the water. Sir Hargrave takes the glass & gives it to Miss B.

MISS B.   No I thank you. I do not want anything that can give me life.

SIR H.   Well Miss Awberry you had better get out the Cloak. It is four o'clock & she may as well die in my house as in yours.

MRS. A.   Shall I order the Chariot Sir? -

SIR H.   If you please Ma'am.

Miss A. takes a long Cloak out of a Closet and attempts to put it round Miss B. - Miss B. struggles.

SIR H.   I will put on Miss Awberry if she will not let you.

He puts it on.

SIR H.   Will you help me lead her down stairs Miss Awberry?

MISS A.   Yes Sir.

They both take hold of Miss B. - Enter Sally Awberry.

SALLY.   Can I be of any service Sir? -

SIR H.   You may hold the Candle.

Sally takes the Candle. Exeunt. -

ATTO SECONDO

Scena 1ª

Paddington. Si apre il sipario, che rivela Miss Byron e Mrs. Awberry.

MRS. A.   Ma mia cara signorina, pensate alla grande ricchezza di Sir Hargrave, e lui non vuole altro che sposarvi.

MISS. B.   Oh! Mrs. Awberry, pensate che io possa sposare un uomo che ho sempre detestato e che ora odio? Questa non è casa vostra? Non potete aiutarmi a fuggire?

MRS. A.   Mia cara signora, questo è impossibile senza essere scoperti. Lo sapete, Sir Hargrave è qui, è là, è dappertutto.

MISS B.   Mia cara Mrs. Awberry, avrete tutto il denaro di questa borsa se mi liberate.

Sir Hargrave irrompe nella stanza.

SIR H.   Mrs. Awberry, vedo che non mi posso fidare di voi, avete il cuore troppo tenero. E voi signora!

Le strappa la borsa dalle mani e la butta per terra. Va verso la porta e chiama

SIR H.   Mr. ..., siamo pronti. -

Entra un sacerdote e il suo assistente.

SIR H.   Miss Awberry, sarete la damigella d'onore se non vi dispiace.

Afferra la mano di Miss Byron.

SIR H.   Ora, signora, tutte le vostre borse non vi salveranno.

Il sacerdote tira fuori un libro dalla tasca. Miss Byron grida e sviene. Miss Sally Awberry entra di corsa.

MISS A.   Sally, Sally, porta subito un bicchiere d'acqua.

Mrs. Awberry prende i suoi sali e li avvicina al naso di Miss Byron.

SIR H.   Vorrei che le donne non fossero così delicate, con tutti quegli svenimenti e crisi isteriche!

Miss Byron si riprende. Miss Sally torna con un bicchiere d'acqua e lo offre a Miss Byron che ne beve un po'.

MRS A.   Quanto tempo ci hai messo bambina mia! Se sviene un'altra volta ci mando tua sorella.

SALLY   (a parte) Ne sono lieta.

SIR H.   Venite, signore, riproviamoci.

Afferra la mano di Miss Byron, Miss Awberry si mette dietro di lei.

SACERD.   legge. Fratelli carissimi...

Miss B. gli fa cadere il libro dalle mani.

SACERD.   raccogliendolo - Oh! il mio povero libro!

SIR H.   Ricominciate signore, se non vi dispiace. Sarete ben pagato per il disturbo.

CLERGN:   leggendo di nuovo Carissimi fratelli...

Miss Byron gli strappa il libro dalle mani e lo butta nel fuoco, esclamando

MISS B.   Brucia, svelto, svelto.

Il sacerdote corre verso il fuoco e lancia un grido

SACERD.   Oh! Sir Hargrave, dovete comprarmene un altro.

SIR H.   Lo farò, signore, e altri venti se concludiamo la faccenda. Il libro si è bruciato?

MRS. A.   Sì, signore, e non possiamo prestarvene un altro, perché abbiamo perso la chiave dello stipo dove teniamo i libri di preghiere.

SIR H.   Be', signore, credo che per il momento dobbiamo rinunciare. E se non ci sposeremo in questa casa lo faremo in casa mia nella Foresta.

SACERD.   Allora posso andare, suppongo, signore. Ricordatevi del libro di preghiere.

SIR H.   Sì signore.

Escono il sacerdote e il suo assistente.

SIR H.   Vi sarò molto obbligato, Mrs. A., se voi e le signorine uscirete per un momento. Vedrò di ragionare con questa ragazza perversa.

MRS. A.   Andiamo Deb & Sal, usciamo.

Escono Mrs A. e le signorine A.

MISS B.   Oh! non lasciatemi sola con lui, fate uscire anche me.

Corre verso la porta. Sir H. la segue, e mentre lei è uscita a metà lui, chiudendola, la schiaccia. Lei urla e sviene. Lui la prende tra le braccia, la posa su una sedia e suona con violenza il campanello.

Entrano Mrs. A. e le figlie

SIR H.   Portate subito un po' d'acqua.

Entrambe le figlie escono. Miss Byron si riprende ed esclama

MISS B.   E così, spero che mi abbiate uccisa alla fine.

Rientra Miss Awberry con l'acqua. Sir Hargrave prende il bicchiere e lo dà a Miss B.

MISS B.   No grazie. Non voglio nulla che possa ridarmi la vita.

SIR H.   Be', Miss Awberry, fareste bene a prendere il mantello. Sono le quattro e può morire in casa mia quanto nella vostra.

MRS. A.   Devo ordinare la carrozza signore?

SIR H.   Se non vi dispiace, signora.

Miss A. prende un lungo mantello da un armadio e cerca di metterlo a Miss B. - Miss B. si dimena.

SIR H.   Glielo metterò io Miss Awberry se non vuole lasciar fare a voi.

Glielo mette.

SIR H.   Volete aiutarmi a portarla di sotto, Miss Awberry?

MISS A.   Sì signore.

Entrambi afferrano Miss B. - Entra Sally Awberry.

SALLY   Posso esservi utile, signore? -

SIR H.   Potete tenere la candela.

Sally prende la candela. Escono.

ACT THE THIRD.

Scene 1.

Colnebrook -

Enter Miss Grandison & Miss Byron.

MISS B.   And where is this brother of yours to whom I am so much andebted.

MISS G.   Safe in St. James Square I hope. - But why my dear will you continue to think yourself so much endebted to him, when he only did his duty?

MISS B.   But what must he have thought of me in such a dress? - Oh! these odious Masquerades!

MISS G.   La! my dear, what does it signify what he thinks? He will understand it all in time. Come if your stomach pains you, you had better go to bed again.

MISS B.   No, it does not pain me at all. But how kind it was in my cousin Reeves to come and see me.

MISS G.   Yes he is a very nice Man. I like him very much. He disputes charmingly, - I thought he would have got the better of me. - Well but my dear Harriet, you have had a letter today. How does my Grandmama Shirley do, & my Uncle & Aunt Selby and my Cousins Lucy & Nancy?

MISS B.   They are all very well I thank you, & my Grandmama thinks herself under the greatest obligation to Sir Charles for being both her & his Harriet's Deliverer, for it he had not rescued me, she would have died of a broken hearth. -

MISS G.   Well really I am very glad he saved you for both your sakes. My brother is a charming Man. I always catch him doing some good action. We all wish him to be married but he has no time for Love. - At least he appears to have none. For he is constantly going about from one place to another. But what for, we cannot tell. And we have such a high respect for him that we never interfere in his affairs. - I will return in a minute. I am going to fetch my work bag.

Exit Miss G. -

MISS B.   What an odd Brother is this! If he is so fond of them, why should he wish them not to know his affairs? -

Re-enter Miss G.

MISS G.   What is the matter Harriet? What makes you so dull Child? - I shall take care not to leave you by yourself again in an hurry, if on my return I am to find these gloomy fits have taken hold of you. Come, I will play you your favourite tune Laure & Lenze.

MISS B.   I was thinking of Sir Hargrave Pollexfen. But be so good as to play my tune.

MISS G.   I will directly.

She goes to the Harpsichord & plays - After she has done playing she comes to Miss B. & says

MISS G.   Come, it is time for you to go to bed. It is 4 o'clock & you have been up ever since 12.

Exeunt.

[Scene 2.]

Curtain draws up & discovers Miss G. reading in the Library.

MISS G.   Well I think this book would suit Harriet. But here is Sir Charles come home I beleive. I will go & see. Oh! here he is. -

Enter Sir Charles. She goes to him. He takes hold of her hand.

SIR C.   No more colds I hope my dear Charlotte - but above all, how does our lovely Charge do?

MISS G.   Oh! Much better. She got up at 12, & I have but just sent her to bed.

SIR C.   When do you expect Lord & Lady L.? -

MISS G.   This Evening, about six or seven o'clock.

SIR C.   Indeed! I am very glad of it.

Enter Jenny.

JEN.   Miss Byron would be glad to speak with you Ma'am.

MISS G.   Very well, I will come to her.

SIR C.   How is your Cold Jenny?

JEN.   Quite well I thank you Sir.

Curtsies & exit.

MISS G.   You will excuse me for a minute Sir Charles. I must obey my summons.

Exit.

SIR C.   Certainly. Well I must go & speak to Frederic.

Exit. -

Scene 3. -

Curtain draws up & discovers Lord & Lady L. & Sir Charles & Miss G. at Tea. -

SIR C.   So my Lord, you have heard of our new Sister?

LORD L.   Yes Sir Charles, and Miss G. by her description of her, has made me long to see her. -

MISS G.   Frederic. - Take this to Sir Charles. - (holding some Tea.)

SIR C.   I hope you will not be disappointed when you see her. - I might say We, for I have hardly seen her yet.

MISS G.   I hope you do not think of me a flatterer Sir Charles.

SIR C.   Certainly not my dear Charlotte.

LADY L.   I assure you Charlotte can flatter sometimes.

MISS G.   Oh! For shame Caroline. I thought you knew better then to tell tales. Lord L. will you have any more tea?

LORD L.   No I thank you Charlotte.

LADY L.   But Charlotte how do we come by our new Sister? I have not heard that yet.

MISS G.   Well, we will go & take a walk in the Garden & talk about it. Frederic you may take away. Come Caroline make haste, or the fit will be off. - Gentlemen, will you accompany us? -

SIR C.   Lord L. will you?

LORD L:   Certainly.

SIR C:   Yes, we will go Charlotte. -

MISS G.   Come, make haste the fit is almost off.

Exeunt.

ATTO TERZO

Scena 1

Colnebrook -

Entrano Miss Grandison e Miss Byron.

MISS B.   E dov'è questo vostro fratello verso il quale sono così in obbligo.

MISS G.   Sano e salvo a St. James Square, spero. Ma perché mia cara continuate a ritenervi così tanto in obbligo con lui, quando ha fatto solo il suo dovere?

MISS B.   Ma che cosa avrà pensato di me vestita così? Oh! quegli odiosi balli in maschera!

MISS G.   Su! mia cara, che importa che cosa pensa lui? Avrà tutto il tempo per capirlo. Andate se vi fa male lo stomaco, fareste meglio a tornare a letto.

MISS B.   No, non mi fa affatto male. Ma come sono stati gentili i miei cugini Reeves a venire a trovarmi.

MISS G.   Sì lui è un uomo molto simpatico. Mi piace moltissimo. Litiga in modo incantevole; pensavo che avrebbe avuto la meglio su di me. Ma mia cara Harriet, oggi avete ricevuto una lettera. Come stanno la nonna Shirley, gli zii Selby e le cugine Lucy e Nancy?

MISS B.   Stanno tutti benissimo, vi ringrazio, e mia nonna ritiene di essere molto obbligata verso Sir Charles per aver salvato lei e la sua Harriet, perché se lui non mi avesse soccorso, sarebbe morta di crepacuore.

MISS G.   Sono davvero contentissima che vi abbia salvata, per entrambi i motivi. Mio fratello è un uomo affascinante. Lo pesco sempre a fare qualche buona azione. Tutti noi vorremmo che si sposasse ma lui non ha tempo per l'amore. Per lo meno non sembra averne nessuno. E poi è sempre in giro da una parte all'altra, ma che cosa faccia non lo sappiamo. E abbiamo un tale rispetto per lui che non ci intromettiamo mai nelle sue faccende. Tornerò fra un attimo. Vado a prendere il mio cestino da lavoro.

Esce Miss G. -

MISS B.   Che strano fratello è questo! Se è così affezionato a loro, perché non vuole che sappiano gli affari suoi?

Rientra Miss G.

MISS G.   Che c'è Harriet? Che cosa vi ha resa così pensierosa? Farò attenzione a non lasciarvi di nuovo sola nemmeno per un attimo, se al mio ritorno devo scoprire che siete stata preda di questi attacchi di tristezza. Venite, vi suonerò la vostra aria preferita, Laure and Lenze.

MISS B.   Stavo pensando a Sir Hargrave Pollexfen. Ma siate così buona da suonare la mia aria.

MISS G.   Lo farò subito.

Va al clavicembalo e suona. Dopo aver finito di suonare si avvicina a Miss B. e dice

MISS G.   Venite, è ora che andiate a letto. Sono le 4 e state in piedi dalle 12.

Escono.

[Scena 2]

Si alza il sipario e rivela Miss G. che legge in biblioteca.

MISS G.   Be', credo che questo libro sia adatto a Harriet. Ma credo che sia tornato Sir Charles. Andrò a vedere. Oh! eccolo.

Entra Sir Charles. Lei gli va incontro. Lui le prende la mano.

SIR C.   Niente più raffreddori, spero, mia cara Charlotte, ma, soprattutto, come sta il nostro dolce fardello?

MISS G.   Oh! Molto meglio. Si è alzata alle 12, e l'ho appena rispedita a letto.

SIR C.   Per che ora aspettate Lord e Lady L.?

MISS G.   Stasera, all'incirca alle sei o alle sette.

SIR C.   Bene! Ne sono lietissimo.

Entra Jenny.

JEN.   Miss Byron avrebbe piacere di parlare con voi, signora.

MISS G.   Benissimo, vado da lei.

SIR C.   Come va il tuo raffreddore Jenny?

JEN.   Benissimo, vi ringrazio signore.

Fa una riverenza ed esce.

MISS G.   Scusatemi per quale minuto Sir Charles. Devo obbedire alla chiamata.

Esce.

SIR C.   Ma certo. Be', devo andare a parlare con Frederic.

Esce. -

Scena 3

Si alza il sipario e rivela Lord e Lady L., Sir Charles e Miss G. che prendono il tè.

SIR C.   E così, milord, avete saputo della nostra nuova sorella?

LORD L.   Sì Sir Charles, e Miss G., per come l'ha descritta, mi fatto venire un gran desiderio di conoscerla.

MISS G.   Frederic, portatelo a Sir Charles. - (prendendo un po' di tè.)

SIR C.   Spero che quando la vedrete non resterete deluso. Potrei dire resteremo, poiché fino adesso l'ho appena intravista.

MISS G.   Spero che non mi crediate un'adulatrice, Sir Charles.

SIR C.   Certamente no mia cara Charlotte.

LADY L.   Vi assicuro che talvolta lo è.

MISS G.   Oh! Vergognati Caroline. Credevo che sapessi fare di meglio che spettegolare. Lord L., volete dell'altro tè?

LORD L.   No, vi ringrazio Charlotte.

LADY L.   Ma Charlotte, com'è arrivata la nostra nuova sorella? Non ne ho ancora sentito parlare.

MISS G.   Be', andiamo a fare una passeggiata in giardino e ne parleremo. Frederic, potete portare via. Vieni Caroline, fai in fretta, altrimenti farà buio. Signori, volete accompagnarci?

SIR C.   Lord L., volete?

LORD L:   Certo.

SIR C:   Sì, andiamo Charlotte. -

MISS G.   Venite, fate in fretta, è quasi buio.

Escono.

ACT THE FOURTH

Scene 1.

Colnebrook. Curtain draws up & discovers Sir C. & Miss G., Lord L. & Miss B. -

MISS G.   What an impudent fellow Lord G., is to make you wait so Sir Charles. - Oh! he is a poor creature.

SIR C.   Have patience my dear Charlotte. Something most likely has detained him.

MISS G.   Indeed Sir Charles, you are too forgiving. If he were to serve to me so, he would not get into favour for some time. - What say you Harriot? -

MISS B.   Indeed Miss G. you are too severe. - Besides, as Sir Charles says, something may detain him; & it is a different thing making a Lady wait on a Gentleman. But here ought to be an end of your severity, for the object of it I beleive is come. I hear him in the Hall.

Enter Lord G.

LORD G.   I am afraid I have been making you wait Gentlemen.

MISS G.   Well, you need not be afraid any longer, for you certainly have.

SIR C.   Fye Charlotte! - I do not think that was civillest thing in the world to say.

LORD G.   I hope I have not offended you Madam.

MISS G.   Yes you have, for making my dear brother wait.

SIR C.   I will not be bribed into liking your wit Charlotte. - But where is Caroline all this while? -

MISS G.   She is gone out in her Chariot with Emily - but I wonder Sir Charles you did not enquire after your favourite Sister before.

LORD L.   I am sure Miss G. you cannot reproach your brother with partiality. Bur Sir Charles is it not time for us to go out riding? - If it is not, I am sure Miss G. might have spared her severity on Lord G.

SIR C.   I assure you Lord L. that I had not forgot it, but I think it is too late to go out now. It is 3 o'clock. Now Charlotte hold your tongue. I am sure some raillery is coming out.

He rings the bell.

MISS G.   I will not hold my tongue Sir Charles.

SIR C.   Then Charlotte if you speak, do not let us have any severity.

MISS G.   Very well, I will be good. Harriot, what is the matter, Child? You look languid. I will ring the bell for some Broth for you.

SIR C.   Spare yourself that trouble my dear Charlotte, I have just rung it.

Enter Frederic

SIR C.   Bring some sandwiches & a bason of broth Frederic.

Exit Frederic.

MISS G.   Harriot, should you like your broth up in your own room better? -

MISS B.   If you please.

MISS G.   Well, we will take it up with us.

Enter Frederic with the Sandwiches & the Broth. He sets it down upon the Table. Exit Fred. - Miss G. takes the broth.

MISS G.   Come Harriot. -

Exit Miss B. & Miss G.

Sir C. hands the Sandwiches.

SIR C.   How long Caroline has been gone! I hope no more Sir Hargrave Pollexfens have run away with her & Emily. -

Enter Lady L. Miss G. & Miss J. Lord L. goes to meet her, takes her hand & leads her to a Sopha.

MISS G.   Lord! What a Loving Couple they are.

SIR C.   Charlotte, hold your tongue.

LORD L.   And where have you been to my dear Caroline?

LADY L.   Only shopping. But Charlotte where is Miss B.?

MISS G.   Very safe in her own room. I always send her away when she gapes.

LADY L.   Poor Creature! I hope she does not gape too often. But seriously Charlotte, is she worse or better? -

MISS G.   Law! Lady L. you are so afraid I shall not take care of her. - Why, she is just as she is always is - languid at 3 o'clock. I beleive it is because Lord G. always comes about at that time; & she is so sorry to see her poor Charlotte plagued so! -

MISS JERVOIS.   Dear Miss G. who plagues you? I am sure Lord G. does not.

MISS G.   Emily you do not know anything of the matter. You must hold your tongue till it is your turn to be called upon. -

MISS J.   Well Miss G. I think it is you who teaze him, but he will certainly get the better of you at last. He did once you know. And I do not know what you mean by its being my turn to be called upon.

MISS G.   Why, when it is your turn to be married. But you had better not get on Lord G.'s side; you will be worsted certainly. But come is not it time to dress? (looks at her watch) Dear me! It is but four.

LORD L.   You need not say "But" Charlotte, for you know we are to dine at 1/2 after 4, to day.

MISS G.   Indeed my Lord, my Lady did not tell me so. Well, I will pardon her this time. Come then Let us go, if it is time.

Exeunt Ladies.

LORD L.   What an odd girl is Charlotte. But you must not despair Lord G. I beleive she likes you tho' she wont own it. I hope Miss Byron when she is recovered will have a little influence over her.

SIR C.   Indeed I hope so too. Miss Byron is a charming young woman. I think from what I have seen of her, her mind is a complete as her person. She is the happy medium between Gravity & over liveliness. She is lively or grave as the occasion requires.

LORD G.   Indeed she is a delightful young woman, & only Miss G. can equal her. I do not mean any offence to Lady L.

LORD L.   Indeed my Lord I do not take it as such. Caroline is grave, Charlotte is lively, I am fond of gravity, you most likely are fond of Loveliness.

Enter a Footman

FOOTMAN.   Dinner is on Table my Lord. -

LORD L.   Very well.

Exit Footman

Enter Lady L. Miss G. Miss B & Miss J.

LORD L.   Dinner is upon Table my dear Caroline.

LADY L.   Indeed. Come Harriet & all of you. -

Exeunt.

ATTO QUARTO

Scena 1

Colnebrook. Il sipario si alza e rivela Sir C. e Miss G., Lord L. e Miss B. -

MISS G.   Che sfacciato Lord G., a fare aspettare così Sir Charles. - Oh! poverino.

SIR C.   Abbiate pazienza mia cara Charlotte. Probabilmente è stato trattenuto da qualcosa.

MISS G.   In verità, Sir Charles, siete troppo indulgente. Se l'avesse fatto a me, non avrebbe goduto dei miei favori per un bel po'. Che cosa ne dite Harriot?

MISS B.   In verità, Miss G., siete troppo severa. Inoltre, come dice Sir Charles, qualcosa può averlo trattenuto; ed è diverso quando è una donna ad aspettare un uomo. Ma ecco che la vostra severità può ritenersi conclusa, perché credo che il suo bersaglio sia arrivato. Lo sento nell'atrio.

Entra Lord G.

LORD G.   Temo di avervi fatto aspettare, signori.

MISS G.   Be', non avete più bisogno di temerlo, visto che di sicuro l'avete fatto.

SIR C.   Vergogna Charlotte! Non credo che fosse la cosa più cortese al mondo da dire.

LORD G.   Spero di non avervi offesa signora.

MISS G.   Invece sì, facendo aspettare il mio caro fratello.

SIR C.   Non mi faccio corrompere dalla vostra arguzia Charlotte. Ma dov'è andata Caroline per tutto questo tempo?

MISS G.   È uscita in carrozza con Emily; ma mi meraviglio, Sir Charles, che prima non abbiate chiesto della vostra sorella prediletta.

LORD L.   Sono certo, Miss G., che non possiate rimproverare di parzialità vostro fratello. Ma Sir Charles, non è ora per noi di andare a fare una cavalcata? Se non è così, sono certo che Miss G. avrebbe potuto risparmiarsi la sua severità con Lord G.

SIR C.   Vi assicuro Lord L. che non l'ho dimenticata, ma credo che sia troppo tardi per uscire, ora. Sono le 3. Charlotte, frenate la lingua. Sono sicuro che stia per venir fuori un'altra delle vostre prese in giro.

Suona il campanello.

MISS G.   Non frenerò la mia lingua Sir Charles.

SIR C.   Allora Charlotte, se parlate, fate sì che non ci sia nessuna severità.

MISS G.   Benissimo, sarò buona. Harriot, che succede, bambina? Vi vedo apatica. Suonerò il campanello per farvi portare un po' di brodo.

SIR C.   Risparmiatevi il disturbo mia cara Charlotte, ho appena suonato io.

Entra Frederic

SIR C.   Portate qualche panino e una scodella di brodo Frederic.

Esce Frederic.

MISS G.   Harriot, preferite prendere il brodo in camera vostra?

MISS B.   Se non vi dispiace.

MISS G.   Bene, lo porteremo di sopra.

Entra Frederic con i panini e il brodo. Li sistema sul tavolo. Esce Fred. - Miss G. prende il brodo.

MISS G.   Andiamo Harriot. -

Escono Miss B. e Miss G.

Sir C. prende i panini.

SIR C.   È tanto che è uscita Caroline! Spero che nessun Sir Hargrave Pollexfen sia scappato con lei e Emily.

Entrano Lady L., Miss G. e Miss J. Lord L. va incontro alla moglie, le porge la mano e la conduce a un sofà.

MISS G.   Signore! Che coppia incantevole.

SIR C.   Charlotte, frenate la lingua.

LORD L.   E dove siete stata mia cara Caroline?

LADY L.   Solo a fare spese. Ma, Charlotte, dov'è Miss B.?

MISS G.   Sana e salva in camera sua. La mando sempre via quando sbadiglia.

LADY L.   Povera creatura! Spero che non sbadigli troppo spesso. Ma, parlando seriamente Charlotte, sta meglio o peggio?

MISS G.   Uffa! Lady L., temete sempre che io non mi prenda cura di lei. Insomma, sta come sempre; apatica alle 3 del pomeriggio. Credo che sia perché Lord G. arriva sempre verso quell'ora, e a lei dispiace così tanto vedere la sua povera Charlotte così tormentata!

MISS JERVOIS.   Cara Miss G., chi vi tormenta? Sono sicura che non sia Lord G.

MISS G.   Emily voi non sapete nulla della faccenda. Dovete tenere la lingua a freno fino a quando non sarà il vostro turno.

MISS J.   Be', Miss G., credo che siate voi a prendermi in giro, ma lui di certo alla fine avrà la meglio. Già è successo una volta, lo sapete. E non capisco che cosa intendiate quando dite che devo aspettare il mio turno.

MISS G.   No? quando sarà il vostro turno di sposarvi. Ma fareste meglio a non prendere le parti di Lord G.; di certo ne uscirete sconfitta. Ma non è ora di vestirsi? (guarda l'orologio) Povera me! Sono solo le quattro.

LORD L.   Non dovete dire "solo" Charlotte, perché sapete che oggi pranzeremo alle 4 e 1/2.

MISS G.   In verità, milord, milady non me l'aveva detto. Be', per stavolta la perdonerò. Allora permetteteci di andare, se è ora.

Escono le signore.

LORD L.   Che strana ragazza è Charlotte. Ma non dovete disperare Lord G. Credo che vi apprezzi, anche se non vuole ammetterlo. Spero che Miss Byron, una volta rimessasi, possa avere un po' di ascendente su di lei.

SIR C.   Lo spero davvero anch'io. Miss Byron è una ragazza incantevole. Credo, da quanto ho visto di lei, che sia perfetta nell'animo come nella persona. È la felice via di mezzo tra la serietà e la troppa vivacità. È vivace o seria nei momenti opportuni.

LORD G.   In effetti è una ragazza deliziosa, e solo Miss G. può starle alla pari. Non intendo offendere Lady L.

LORD L.   Ma no milord, non la prendo a questo modo. Caroline è seria, Charlotte è vivace, io amo la serietà, voi molto probabilmente amate la vivacità.

Entra un valletto

FOOTMAN.   Il pranzo è in tavola milord.

LORD L.   Benissimo.

Esce il valletto

Entrano Lady L., Miss G., Miss B e Miss J.

LORD L.   Il pranzo è in tavola mia cara Caroline.

LADY L.   Bene. Venite Harriet, e tutte voi.

Escono.

ACT THE FIFTH

Scene 1

Library at Colnebrook. Sir Charles & Mr. Selby.

MR. S.   But my dear Sir Charles my neice is but 18. I never will allow her to marry till she is 22. I shall take her back into Northamptonshire if you have done nothing but put such notions into the girl's head. I had no notion of my Harriet's coming to this. And besides Sir C. I never will allow her to marry you till Lady Clementina della Porretta is married. -

SIR C.   Mr. Selby that has been my objection for some time to making my proposal to Miss B. But yesterday I received some Letters from Italy in which they have great hopes of Lady Clementina's being soon persuaded to marry. She wishes me in the same letter to set her the example by marrying an English woman. I admire Miss Byron very much, but I will never marry her against your consent. And if you had not told me she was 18, I should have thought her quite as much as 22. I do not mean by her looks but by her prudence.

MR. S.   Upon my word you are a fine fellow, you have done away all my objections, & if you can get Harriot's consent you have mine. I hope she will not be nice, for if she do not get a husband now, she never may for she has refused all the young Gentry of our Neighbourhood. And as to her fortune I will tell you plainly she has no more than 14,000£.

SIR C.   As the her fortune it is no object to me. Miss Byron herself is a Jewel of inestimable value. Her understanding more than makes up for want of fortune. And now if we can bring Lord G. & my Sister Charlotte together we shall have a double wedding. But I am afraid Charlotte is too lively for matrimony.

MR. S.   Oh! Yes, your sister is a fine girl, only she is too nice about an husband. Adsheart! I hope you wo'nt have such a plague with my Harriot, as I had with my Dame Selby. Well, but it is three o'clock. I will go & break it to her. Sir Charles, you may come & stay at the door till you are admitted, you know.

Exeunt. -

Scene 2.

Drawing room. Lady L. Miss G. Miss B. & Miss J.

MISS G.   There is something monstrous frightful to be sure my dear Harriot in marrying a man that one likes.

LADY L.   My dear Charlotte, you overpower Harriot with your Raillery. - I dare say you will feel the same fright when you marry Lord G. -

MISS G.   I will tell you Lady L. - To tell you a secret I am not likely to marry Lord G. - for I want to be married at home, & my brother will not consent to it.

MISS J.   Oh! fye! Miss Grandison, I wonder how you could think of it.

MISS B.   Indeed Charlotte, I am of Emily's opinion. Are not you Lady L.?

LADY L.   Certainly. And I know my brother will let as few people be by at the Ceremony as possible.

MISS G.   I see you are all joined in concert against me; but before I give up, I will take the liberty to chuse how many people I like to be by. -

LADY L.   I am sure Harriot will not object to that. Shall you Harriot? -

MISS B.   Oh! not at all. Indeed I wish myself to have but few people by. Lord Bless me! I do beleive here are my Aunt & Cousins come.

MISS G.   I suppose Mrs. Reeves has brought her Marmouset with her.

Enter Mr. & Mrs. Reeves, Mrs. Selby, Lucy & Nancy. -

MISS BYRON   rising & meeting Mrs. Selby. Oh! how do you do, my dear Aunt? - How does my Grandmama do ? -

MRS. S.   She is pretty well my Love, & she would have come, but she thought the Journey too long for her to undertake.

MISS B.   Lucy e Nancy are you quite rid of your colds? And Mrs. Reeves! - I did not expect this favour. - Let me introduce you all to my friends. -

She introduces them.

MISS G.   Mrs. Reeves, have you not brought your Baby? -

MRS. R.   No she would not take that liberty. I wanted her to do it, because I knew you would excuse it. Miss Byron, where are the Bridegrooms? -

LADY L.   I will go & call them, & my Lord. -

Exit Lady L.

MISS B.   Lucy, were the roads very good? -

LUCY.   Indeed they were very good.

MR. R.   Yes, our ponies went on fast enough.

MISS G.   Did you ride Sir?

MR. R.   No Ma'am, we came in our phaeton, & the Selbys in their Coach. -

Enter Lady L. - with the 4 Gentlemen. She introduces them.

MR. S.   Mrs. Selby, here is the Bridegroom of your Harriot. Adsheart! we shall have a double marriage, as sure as two - & two - make four. And here is the other Bridegroom.

(pointing to Lord G.)

MISS G.   Yes, this is my Man sure enough. I wish, I had a better one to shew you. But he is better than he was.

SIR C.   Fye! Charlotte, I am sure you have nothing to complain of in Lord G. And if you will make a good wife, I will answer for it he will a Husband. - And I hope you will be as happy, as I promise myself Miss Byron & I shall be. - And I hope she will have no reason to lament having chosen me for Husband. -

The Curtain Falls.

ATTO QUINTO

Scena 1

La biblioteca a Colnebrook. Sir Charles e Mr. Selby.

MR. S.   Ma mio caro Sir Charles, mia nipote ha solo 18 anni. Non permetterò mai che si sposi finché non ne avrà 22. La riporterò nel Northamptonshire se non avete fatto altro che mettere in testa alla ragazza idee del genere. Non avevo idea di quello che stava succedendo alla mia Harriet. E inoltre, Sir C., non le permetterò mai di sposarvi finché non si sarà sposata Lady Clementina della Porretta.

SIR C.   Mr. Selby, questo è stato ciò che per qualche tempo mi ha impedito di fare la mia proposta a Miss B. Ma ieri ho ricevuto delle lettere dall'Italia nelle quali si nutrono fondate speranze che Lady Clementina possa essere persuasa a sposarsi. Nella stessa lettera lei stessa si augura che io segua il suo esempio sposando una donna inglese. Io ammiro moltissimo Miss Byron, ma non la sposerò mai senza il vostro consenso. E se non mi aveste detto che aveva 18 anni, avrei creduto che ne avesse almeno 22. Non per il suo aspetto ma per la sua saggezza.

MR. S.   Parola mia siete un'ottima persona, avete spazzato via tutte le mie obiezioni, e se avrete il consenso di Harriot avrete anche il mio. Spero che non faccia la difficile, perché se non prenderà marito adesso non lo farà mai più, visto che ha rifiutato tutti i giovani gentiluomini del nostro vicinato. E quanto alla sua dote, vi dirò sinceramente che non possiede più di 14000 sterline.

SIR C.   Quanto alla sua dote non ho nessuna obiezione. Miss Byron è in se stessa un gioiello di inestimabile valore. La sua intelligenza compensa ampiamente l'esiguità della dote. E adesso, se riusciamo a unire Lord G. e mia sorella Charlotte avremo un doppio matrimonio. Ma temo che Charlotte sia troppo vivace per sposarsi.

MR. S.   Oh! Sì, vostra sorella è un'ottima ragazza, solo che è troppo difficile nella scelta di un marito. Dio mi guardi! Spero che la mia Harriot non vi tormenti come ha fatto Mrs. Selby con me. Be', ma sono le tre. Vado da lei a dirglielo. Sir Charles, ovviamente potete venire e restare alla porta fino a quando non sarete invitato a entrare.

Escono.

Scena 2

Salotto. Lady L., Miss G., Miss B. e Miss J.

MISS G.   Di certo mia cara Harriot c'è qualcosa di mostruosamente spaventoso nello sposare qualcuno che ci piace.

LADY L.   Mia cara Charlotte, state opprimendo Harriot con le vostre battute. Credo proprio che proverete lo stesso spavento quando sposerete Lord G.

MISS G.   Vi dirò, Lady L., per confidarvi un segreto, che non ho nessuna intenzione di sposare Lord G., poiché voglio sposarmi in casa, e mio fratello non lo consentirà.

MISS J.   Oh! andiamo! Miss Grandison, mi chiedo come possiate pensare una cosa del genere.

MISS B.   In effetti Charlotte, sono della stessa opinione di Emily. E voi Lady L.?

LADY L.   Certo. E so che mio fratello acconsentirà a far partecipare meno gente possibile alla cerimonia.

MISS G.   Vedo che siete tutte coalizzate contro di me; ma prima di cedere, mi prenderò la libertà di scegliere quante persone invitare.

LADY L.   Sono certa che Harriot non avrà nessuna obiezione. Non è vero Harriot? -

MISS B.   Oh! assolutamente no. In effetti mi auguro di avere meno gente possibile. Mio Dio! Credo che siano arrivati mia zia e i miei cugini.

MISS G.   Suppongo che Mrs. Reeves abbia portato con sé la sua scimmietta.

Entrano Mr. e Mrs. Reeves, Mrs. Selby, Lucy e Nancy. -

MISS BYRON   alzandosi e andando incontro a Mrs. Selby. Oh! come state, mia cara zia? Come sta la nonna?

MRS. S.   Sta benissimo tesoro mio, e sarebbe voluta venire, ma ha pensato che il viaggio sarebbe stato troppo lungo per lei.

MISS B.   Lucy e Nancy, vi siete sbarazzate dei vostri raffreddori? E Mrs. Reeves! Non mi aspettavo questo onore. Permettetemi di presentarvi alle mie amiche.

Le presenta.

MISS G.   Mrs. Reeves, non avete portato la vostra bambina?

MRS. R.   No, non ha voluto prendersi questa libertà. Volevo che lo facesse, perché sapevo che voi l'avreste scusata. Miss Byron, dove sono i futuri sposi?

LADY L.   Vado a chiamarli, loro e il mio consorte.

Esce Lady L.

MISS B.   Lucy, le strade erano in buono stato?

LUCY.   Certo, erano ottimo stato.

MR. R.   Sì, i nostri cavallini sono andati abbastanza veloci.

MISS G.   Voi eravate a cavallo, signore?

MR. R.   No signora, siamo venuti col nostro phaeton, e i Selby con la loro carrozza.

Entra Lady L. - con i 4 gentiluomini. Li presenta.

MR. S.   Mrs. Selby, ecco il futuro sposo della vostra Harriot. In fede mia! avremo un doppio matrimonio, è certo come due più due fa quattro. Ed ecco l'altro futuro sposo.

(indicando Lord G.)

MISS G.   Sì, questo in effetti è il mio. Avrei voluto averne uno migliore da mostrarvi. Ma ora è meglio di com'era prima.

SIR C.   Andiamo! Charlotte, sono certo che non avrete nulla di cui lamentarvi con Lord G. E se sarete una buona moglie, vi do la mia parola che lui sarà un buon marito. E spero che sarete felici come mi riprometto di esserlo io con Miss Byron. E spero che lei non avrà nessun motivo di lamentarsi per aver scelto me come marito.

Cala il sipario.

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