Jane Austen
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CECILIA
Introduzione
Prenditi cura della tua preziosa persona, non affaticarti troppo, ricorda che le Zie Cassandra sono scarse quanto le signorine Beverley.nella famosa difesa del genere "romanzo" ne "E che cosa state leggendo signorina?" "Oh! È solo un romanzo!" risponde lei, mentre posa il suo libro con affettata indifferenza, o con momentanea vergogna. "È solo Cecilia, o Camilla, o Belinda", o, in breve, solo un'opera in cui si dispiegano gli enormi poteri dell'intelletto, in cui la massima conoscenza della natura umana, la più felice descrizione delle sue sfaccettature, la più vivida dimostrazione di spirito e intelligenza, sono trasmesse al mondo nel linguaggio più ricercato.e nel cap. 20 di Persuasione, dove Anne Elliot pensa a Miss Larolles (un personaggio del romanzo) quando tenta di avvicinarsi al capitano Wentworth durante il concerto che la rende consapevole della gelosia del capitano nei confronti di Mr. Elliot: a causa di altri spostamenti, e di qualche sua piccola manovra, Anne fu in grado di mettersi molto più vicina all'estremità della panca di quanto lo fosse prima, molto più a portata di mano di qualcuno che passasse. Non lo poté fare senza paragonarsi a Miss Larolles, l'inimitabile Miss Larolles, ma comunque lo fece, e con effetti non molto più feliciC'è anche qualcosa di specifico che lega Cecilia alle opere austeniane, anzi, al suo lavoro più famoso, Orgoglio e pregiudizio. La prima stesura del romanzo di Jane Austen, completata nel 1797, era intitolata First Impressions, ma nel 1801 ne era stato pubblicato un altro, di Margaret Holford, con un titolo identico. Il nuovo titolo fu probabilmente ispirato proprio da Cecilia, dove, nel capitolo finale, uno dei personaggi, il dottor Lyster, riassume la morale della vicenda ripetendo tre volte i due termini, stampati sempre in lettere maiuscole: Tutta questa sfortunata faccenda [...] è stata il risultato dell'ORGOGLIO e del PREGIUDIZIO. [...] Ciononostante, rammentate questo: se all'ORGOGLIO e al PREGIUDIZIO dovete le vostre disgrazie, il bene e il male sono così meravigliosamente bilanciati che all'ORGOGLIO e al PREGIUDIZIO dovete anche la loro fine.Nel romanzo ci sono anche molti punti che un lettore austeniano non può fare a meno di notare, in quanto fanno venire in mente circostanze analoghe sia in Orgoglio e pregiudizio che in altri romanzi. Sono ovviamente solo delle suggestioni per le quali non c'è alcuna prova di riferimenti diretti, ma nulla vieta di immaginare che alcune scene o brani di conversazione del romanzo di Burney siano rimasti in mente alla lettrice Austen, e poi siano riemersi, consapevolmente o meno, nella Austen scrittrice. Nel capitolo 1 del Libro V, per esempio, Mr. Meadows, un personaggio molto caratterizzato come dandy alla moda che finge di essere annoiato da tutto e da tutti, dice qualcosa circa il ballo: ... girandosi all'improvviso verso Cecilia, senza quei convenevoli che di solito rinnovano una precedente conoscenza, sia con le parole che con un inchino, disse bruscamente, "Amate ballare, signora?"con parole molto simili a quelle di Mr. Darcy in risposta a una domanda di Sir Lucas nel capitolo 6 di Orgoglio e pregiudizio: "Che passatempo incantevole per i giovani, Mr. Darcy! D'altra parte non c'è nulla come il ballo. Io lo considero come una delle principali raffinatezze della società civile."Nel capitolo 4 del Libro VII c'è la proposta di matrimonio di Delvile a Cecilia, e l'intera scena, compresa la lunga lettera di spiegazioni di Delvile del capitolo successivo, ha molti punti in comune con la dichiarazione di Darcy e il rifiuto di Elizabeth Bennet nel capitolo 34 di Orgoglio e pregiudizio, anche in questo caso con una lettera di spiegazioni nel capitolo successivo. Le motivazioni del rifiuto di Elizabeth non sono le stesse di Cecilia, anche se hanno comunque a che fare con l'orgoglio di famiglia di chi fa la proposta, ma le sensazioni di quest'ultima dopo la lettura della lettera sono espresse con parole non molto diverse da quelle del romanzo austeniano: Cecilia lesse e rilesse quella lettera, ma con un animo talmente turbato da renderla a malapena in grado di valutarne il contenuto. Frase dopo frase i suoi sentimenti variavano, e la sua determinazione cambiò; di volta in volta, la sincerità delle sue suppliche la addolciva fino a farla diventare arrendevole, l'ammissione dell'orgoglio della famiglia la irritava fino al rancore, e la confessione del suo rammarico la sconfortava. Aveva intenzione, con una risposta immediata, di inviare un rifiuto definitivo, ma nonostante le prove a suo sfavore, e gli argomenti poco convincenti, c'era qualcosa nella conclusione della lettera che faceva vacillare la sua fermezza.Analoghe considerazioni si possono fare con le parole di giustificazione di Delvile confrontate con quelle di Darcy: "E perché avrei dovuto ingannarvi? Perché fingere di pensare con piacere, o anche con indifferenza, a un ostacolo che ha avuto così a lungo il potere di rendermi infelice?"Ci sono poi degli altri piccoli particolari. Nel capitolo 7 del Libro VIII il dottor Lyster riferisce a Cecilia ciò che gli aveva detto Mr. Delvile: "Mi ha ordinato di dirvi che uno dei due, lui stesso o voi, non dovrà più vedere più il figlio."parole del serissimo e solenne Mr. Delvile, che diventano comiche in bocca a Mr. Bennet: "Hai di fronte una triste alternativa, Elizabeth. Da oggi dovrai essere un'estranea per uno dei tuoi genitori. Tua madre non vorrà più vederti se non sposi Mr. Collins, e io non vorrò più vederti se lo sposi."Nel capitolo 10 del Libro VIII Mr. Albany racconta le vicissitudini amorose che lo avevano portato alla pazzia e poi a una vita di rinunce e di altruismo, parlando di una donna amata, perduta e poi ritrovata nel peccato: "In quella miserabile condizione, indifesa e biasimata, maltrattata da queste mani selvagge e insultata da questa bocca inumana, la lasciai, in cerca del malvagio che l'aveva rovinata; ma costui, codardo quanto traditore, si era nascosto. Pentito della mia furia, mi affrettai di nuovo da lei; una volta diventato più calmo mi vergognai della mia crudele fierezza, e mi commossi al ricordo della dolcezza del suo dolore; tornai quindi per darle sollievo... ma se n'era di nuovo andata! terrorizzata da ulteriori offese si nascose a tutte le mie ricerche. Vagai invano per due lunghi anni in cerca di lei, incurante dei miei affari e di tutto ciò che non fosse quella ricerca. Alla fine, la vidi... a Londra, da sola, che camminava in strada a mezzanotte... la segui pieno di timore... e la seguii fino a una casa infame!"una storia che ha diversi punti in comune con il racconto del colonnello Brandon nel capitolo 31 di Ragione e sentimento: "Il mio primo pensiero, una volta arrivato, fu naturalmente cercarla; ma la ricerca fu inutile quanto triste. Non riuscii a trovarne le tracce al di là del suo primo seduttore, e c'erano tutte le ragioni per temere che l'avesse lasciato solo per sprofondare ancora di più in una vita di peccato. [...] Alla fine, tuttavia, e dopo sei mesi che ero in Inghilterra, riuscii a trovarla. La premura per un mio vecchio domestico, che da allora era caduto in disgrazia, mi portò a fargli visita in una casa di reclusione, dove era rinchiuso per debiti; e là, nello stesso posto, in una situazione analoga, c'era la mia sventurata cognata. Così cambiata... così spenta... consumata da terribili sofferenze di ogni genere!"Nel capitolo 6 del Libro 10 Belfield parla a Cecilia della sua ricerca di un'occupazione che potesse interessarlo e pronuncia parole che, sia pure nella loro genericità, sembrano avere un diretto riferimento a Ragione e sentimento: "Cielo! che vita di sforzi continui tra cuore e cervello! che guerra crudele, innaturale, tra intelletto e sentimenti!"C'è poi il rapporto di incondizionata fiducia e adorazione di Henrietta Belfield nei confronti di Cecilia, un'amicizia che non può non richiamare alla mente quella tra Harriet Smith ed Emma Woodhouse (e l'assonanza tra i nomi delle due ragazze potrebbe anche non essere un caso). Nel capitolo 6 del Libro IX Henrietta descrive a Cecilia ciò che sente verso Delvile: "Intendevo dire, signora, se credete che io dimentichi quanto lui sia al di sopra di me. Ma non lo faccio proprio mai, perché lo ammiro soltanto per la sua bontà nei confronti di mio fratello, e non penso mai a lui, se non, qualche volta, per paragonarlo ad altri che incontro, perché me li rende talmente disgustosi che non vorrei incontrarli mai più."e la descrizione dei sentimenti di Harriet nei confronti di chi Emma crede che sia Frank Churchill, per poi, diverso tempo dopo, scoprire che la sua pupilla stava parlando di Mr. Knightley, non è molto diversa: "Oh! Miss Woodhouse, credetemi, non ho la presunzione di credere... Non sono davvero così folle. Ma per me è un piacere ammirarlo a distanza, e pensare alla sua infinita superiorità su tutto il resto del mondo, con la gratitudine, lo stupore e la venerazione che, specialmente da parte mia, sono così appropriate."Henrietta, come Harriet, è insicura, incerta su qualsiasi decisione, e spesso cerca di affidarsi ciecamente ai consigli di Cecilia, con un atteggiamento analogo a quello di Harriet con Emma: "Oh, carissima, carissima Miss Beverley!" esclamò Henrietta, sempre più agitata, "che cosa posso mai dirgli, datemi un consiglio, vi prego, datemi un consiglio, perché non riesco a immaginare nemmeno una parola!"Per ultima, un'altra piccola curiosità, sempre legata a Orgoglio e pregiudizio, ma stavolta non a Cecilia, ma a Evelina, il primo romanzo di Fanny Burney. Il 1° novembre 1797 il padre di Jane Austen, il reverendo George Austen, scrisse a Thomas Cadell, un editore di Londra che nel 1782 aveva pubblicato Cecilia, proponendogli un manoscritto della figlia (First Impressions, ovvero la prima stesura di Pride and Prejudice): Sono in possesso di un Romanzo Manoscritto, composto di tre Voll. all'incirca della lunghezza di Evelina di Miss Burney. Dato che sono ben consapevole di quanto sia importante che un'opera del genere faccia la sua prima Comparsa sotto l'egida di un nome rispettabile mi rivolgo a voi. Vi sarò molto obbligato quindi se vorrete cortesemente farmi sapere se siete interessati a essere coinvolti in essa; A quanto ammonteranno le spese di pubblicazione a rischio dell'Autore; e quanto sareste disposti ad anticipare per l'acquisto dei Diritti, se a seguito di un'attenta lettura, fosse da voi approvata. Se la vostra risposta sarà incoraggiante vi spedirò l'opera.Il goffo tentativo del reverendo Austen non ebbe successo, ma, visto l'effetto successivo, non possiamo certo rammaricarcene.
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