Jane Austen

James -Edward Austen-Leigh
Ricordo di Jane Austen (I Watson)
traduzione di Giuseppe Ierolli

     |     i memoir familiari     |     home page     |     

A Memoir of Jane Austen


THE WATSONS

Preface


This work was left by its author a fragment without a name, in so elementary a state as not even to be divided into chapters ; and some obscurities and inaccuracies of expression may be observed in it which the author would probably have corrected. The original manuscript is the property of my sister, Miss Austen, by whose permission it is now published. I have called it 'The Watsons,' for the sake of having a title by which to designate it. Two questions may be asked concerning it. When was it written? And, why was it never finished?' I was unable to answer the first question, so long as I had only the internal evidence of the style to guide me. I felt satisfied, indeed, that it did not belong to that early class of her writings which are mentioned at page 46 of the Memoir, but rather bore marks of her more mature style, though it had never been subjected to the filing and polishing process by which she was accustomed to impart a high finish to her published works. At last, on a close inspection of the original manuscript, the water-marks of 1803, and 1804, were found in the paper on which it was written. It is, therefore, probable, that it was composed at Bath, before she ceased to reside there in 1805. This would place the date a few years later than the composition, but earlier than the publication of ' Sense and Sensibility,' and 'Pride and Prejudice.'

To the second question, why was it never finished? I can give no satisfactory answer. I think it will be generally admitted that there is much in it which promised well: that some of the characters are drawn with her wonted vigour, and some with a delicate discrimination peculiarly her own; and that it is rich in her especial power of telling the story, and bringing out the characters by conversation rather than by description. It could not have been broken up for the purpose of using the materials in another fabric; for, with the exception of Mrs. Robert Watson, in whom a resemblance to the future Mrs. Elton is very discernible, it would not be easy to trace much resemblance between this and any of her subsequent works. She must have felt some regret at leaving Tom Musgrave's character incomplete; yet he never appears elsewhere. My own idea is, but it is only a guess, that the author became aware of the evil of having placed her heroine too low, in such a position of poverty and obscurity as, though not necessarily connected with vulgarity, has a sad tendency to degenerate into it; and therefore, like a singer who has begun on too low a note, she discontinued the strain. It was an error of which she was likely to become more sensible, as she grew older, and saw more of society; certainly she never repeated it by placing the heroine of any subsequent work under circumstances likely to be unfavourable to the refinement of a lady.


[THE WATSONS]




When the author's sister, Cassandra, showed the manuscript of this work to some of her nieces, she also told them something of the intended story; for with this dear sister - though, I believe, with no one else - Jane seems to have talked freely of any work that she might have in hand. Mr. Watson was soon to die; and Emma to become dependent for a home on her narrow-minded sister-in-law and brother. She was to decline an offer of marriage from Lord Osborne, and much of the interest of the tale was to arise from Lady Osborne's love for Mr. Howard, and his counter affection for Emma, whom he was finally to marry.

Ricordo di Jane Austen


I WATSON

Prefazione


Questo lavoro fu lasciato dall'autrice nello stato di frammento senza titolo, talmente rudimentale da non essere nemmeno suddiviso in capitoli, e alcune oscurità e imprecisioni che contiene sarebbero state poi probabilmente corrette dall'autrice. Il manoscritto originale è di proprietà di mia sorella, Miss Austen, col cui permesso è ora pubblicato. (1) L'ho chiamato "I Watson", allo scopo di avere un titolo con cui denominarlo. Potrebbero essere fatte due domande al riguardo. Quando è stato scritto? E, perché non fu mai completato? Non sarei stato in grado di rispondere alla prima domanda, se non ci fosse stato lo stile di scrittura a guidarmi. Mi sento di poter dire, infatti, che non appartiene a quel gruppo di suoi scritti menzionati nel terzo capitolo di questo Ricordo, ma che invece reca i segni del suo stile più maturo, anche se non è mai stato sottoposto a quel processo di rifinitura e pulizia a cui lei era abituata prima di considerare finiti i suoi lavori pubblicati. Alla fine, dopo un accurato esame del manoscritto originale, sono state individuate filigrane del 1803 e del 1804 nei fogli di carta sui quali è scritto. È quindi probabile che fu composto a Bath, prima della conclusione della sua residenza in quella città nel 1805. Questo collocherebbe la data a pochi anni dopo la composizione, ma prima della pubblicazione, di "Ragione e sentimento" e "Orgoglio e pregiudizio".

Alla seconda domanda, perché non fu mai completato? non sono in grado di dare una risposta soddisfacente. Credo che sarà generalmente ammesso il fatto che contenga molto che promette bene, che alcuni dei personaggi sono tratteggiati con il suo consueto vigore, alcuni con il delicato discernimento che le è proprio, e che è ricco di quella sua qualità speciale di raccontare una storia e mettere in luce i personaggi attraverso la conversazione più che con la descrizione. Non sarebbe stato adatto a essere smembrato allo scopo di usarne il materiale in un altro lavoro, poiché, con l'eccezione di Mrs. Robert Watson, nella quale la somiglianza con la futura Mrs. Elton è molto evidente, non sarebbe facile rintracciare molte somiglianze tra questo e uno qualsiasi dei suoi lavori successivi. Sicuramente deve aver provato un certo rammarico nel lasciare incompleto il personaggio di Tom Musgrave, ma è un personaggio che non appare mai altrove. La mia idea è che l'autrice divenne consapevole dell'errore di aver posto la sua eroina troppo in basso, in una situazione di povertà e oscurità che, benché non necessariamente connessa alla volgarità, ha la spiacevole tendenza a degenerare in essa; e quindi, come una cantante che ha iniziato con una nota troppo bassa, non riesce a sostenere la melodia. Era un errore del quale divenne probabilmente più consapevole, con l'andare degli anni e con una maggiore conoscenza della società; di certo non lo ripeté, visto che in tutti i lavori successivi non mise mai l'eroina in situazioni che sarebbero state probabilmente sfavorevoli al raffinato evolversi di una signora.


[I WATSON]




Quando la sorella dell'autrice, Cassandra, mostrò il manoscritto di questo lavoro a qualcuna delle sue nipoti, disse loro anche qualcosa sul seguito della storia, dato che con questa cara sorella - anche se, credo, con nessun altro - sembra che Jane abbia parlato liberamente di ogni lavoro che avesse tra le mani. Mr. Watson sarebbe morto presto e Emma costretta a dipendere per una casa dalla meschinità del fratello e della cognata. Avrebbe rifiutato la proposta di matrimonio di Lord Osborne, e molto dell'interesse del racconto sarebbe derivato dall'amore di Lady Osborne per Mr. Howard, innamorato invece di Emma, che alla fine avrebbe sposato



(1) Il manoscritto era in possesso di Caroline Austen, che l'aveva ricevuto alla morte di Cassandra Austen nel 1845. Da lei passò al nipote William Austen-Leigh (figlio di JEAL), che lo divise in due parti, vendendo la prima, più piccola, a un'asta di beneficenza. Attualmente la prima parte è alla Morgan Library di New York, mentre la seconda e alla Bodleian Library di Oxford. L'edizione critica, a cura di R. W. Chapman, fu pubblicata nel 1927.

     |     i memoir familiari     |     home page     |