THE HEROINE
Introduzione
Ieri sera ho finito The Heroine e mi sono molto divertita. Mi meraviglio che a James non sia piaciuto di più. Io l'ho trovato estremamente spassoso. [...] È sera. Abbiamo preso il tè e io ho divorato il 3° vol. di The Heroine, e non mi pare che peggiori. - È una deliziosa parodia, in particolare dello stile della Radcliffe.
(Lettera 97 del 2-3 marzo 1814 a Cassandra)
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Il romanzo di cui JA parla in modo così favorevole in questa lettera era The Heroine, or Adventures of a Fair Romance Reader, di Eaton Stannard Barrett (1786-1820), pubblicato nel 1813, che l'anno dopo uscì in un nuova edizione, con alcune modifiche e un sottotitolo diverso dove compare il nome della protagonista: The Heroine, or Adventures of Cherubina.
In effetti, The Heroine è, per dirla con le parole di JA, "una deliziosa parodia, in particolare dello stile della Radcliffe", e l'eroina - Cherry/Cherubina - non può non far venire in mente la Catherine Morland de L'abbazia di Northanger, anche se i due romanzi non possono aver subito alcuna influenza diretta l'uno dall'altro, visto che quello di JA era stato scritto negli anni a cavallo tra '700 e '800 e nel 1813, l'anno di pubblicazione di quello di Barrett, ancora dormiva nel cassetto dell'editore che lo aveva comprato nel 1803. La Cherubina di Barrett, poi, ha, a differenza dell'ingenua e un po' inconsapevole Catherine austeniana, ha idee molto nette circa le proprie aspirazioni, e lo mette bene in chiaro fin dalla prima lettera del romanzo: "Ora come ora, la mia ambizione è di essere un'Eroina, e come posso sperare di riuscire nella mia vocazione, a meno di non soffrire anch'io privazioni e dispiaceri?"
Interessante anche il prologo - L'eroina al lettore - nel quale la parodia lascia il posto alla satira, immaginando una vita reale, sulla luna, dei personaggi dei romanzi, ma anche di persone che devono la loro talvolta effimera fama ai "libri terrestri sulla guerra e il commercio, ai libelli sull'oro e alle riviste alla moda", con sprazzi molto pungenti, in particolare verso gli uomini politici: "Da noi arrivano quasi ogni giorno una ventina di statisti in questo modo, e sebbene alcuni di loro abbiano lo stesso nome, e derivino dallo stesso originale, sono spesso così poco somiglianti tra loro come succede con le nuvole."
Le avventure della nostra eroina si sviluppano poi per tutto il romanzo, con colpi di scena, travestimenti, fughe e così via, il tutto sempre sorretto da una capacità di invenzione e di governo della storia che non lasciano mai deluso il lettore.
Cherry-Cherubina sembra talvolta completamente presa dal ruolo che si è assegnata, ma in altre occasioni non manca di una certa dose di autoironia.
Il libro di Barrett ebbe un discreto successo, confermato anche nel tempo, visto che è stato ristampato di recente (2011). Oltre alle analogie con L'abbazia di Northanger, è stato accostato a un romanzo, The Female Quixote di Charlotte Lennox, pubblicato più di cinquant'anni prima (1752) e anch'esso citato nelle lettere di JA.
Tutti e tre appartengono a quel filone parodico che evidenziava gli eccessi dei romanzi sentimentali, e poi gotici, con esiti che sono stati letti sia come un dissacrante divertissement, sia come una sorta di messa in guardia, rivolta ovviamente soprattutto alle giovinette, nei confronti della possibile influenza di letture che, se prese troppo sul serio, avrebbero scalfito il ruolo che la società assegnava alle donne.
Questa seconda lettura emerge chiaramente nella parte finale del romanzo di Barrett, nella quale prima la religione e poi il buonsenso sembrano spegnere le velleità eroiche, ma anche l'immaginazione, dell'eroina, che però, pur accettando di redimersi, sembra mantenere in serbo qualche scintilla di quella fantasia che le ha fatto vivere, sia pure in vesti fittizie, avventure talvolta spiacevoli, ma mai noiose.
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