Edizioni in inglese
Traduzioni italiane
Biografie e studi critici in italiano
Biografie e studi critici in inglese
Edizioni in inglese (inizio pagina)
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Letters of Jane Austen, edited by Edward, Lord Brabourne, Richard Bentley & Son, London, 1884. |
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Jane Austen's Letters to her sister Cassandra and others [Second Edition], collected and edited by R. W. Chapman, Oxford University Press, London, 1952. |
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Jane Austen's Manuscripts Letters in Facsimile, edited by Jo Modert, Southern Illinois University Press, Carbondale, 1989. |
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Jane Austen, My Dear Cassandra, selected and introduced by Penelope Hughes-Hallet, Collins & Brown, London, 1990. |
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Jane Austen's Letters [New Edition], collected and edited by Deirdre Le Faye, Oxford University Press, Oxford, 1997 [1ª ediz., 1995]. |
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Jane Austen's Letters [Fourth Edition], collected and edited by Deirdre Le Faye, Oxford University Press, Oxford, 2011. |
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Jane Austen, Selected Letters, selected with an Introduction and Notes by Vivien Jones, Oxford University Press, Oxford, 2004. |
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Jane Austen, The History of England, The Folio Society, London, 1993.
Facsimile e trascrizione del manoscritto. Introduzione di Deirdre Le Faye. |
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Jane Austen, Volume the Third, (Juvenilia), (edited by R. W. Chapman), Oxford University Press, Oxford, 1951. |
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Jane Austen, Lady Susan, (edited by R. W. Chapman), Oxford University Press, Oxford, 1925. |
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Jane Austen, The Watsons, (edited by R. W. Chapman), Oxford University Press, Oxford, 1927. |
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Jane Austen, [Sanditon] Fragment of a Novel, (edited by R. W. Chapman), Oxford University Press, Oxford, 1925. |
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Jane Austen's 'Sir Charles Grandson, Transcribed and Edited by Brian Southam, Clarendon Press, Oxford, 1980. |
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The Oxford Illustrated Jane Austen, 6 voll., edited by R. W. Chapman, Oxford University Press, Oxford, 1988 [1ª ediz., 1923 (The Novels) - 1954 (Minor Works)]. |
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Volume I: Sense and Sensibility |
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Volume II: Pride and Prejudice |
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Volume III: Mansfield Park |
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Volume IV: Emma |
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Volume V: Northanger Abbey and Persuasion |
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Volume VI: Minor Works
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The Cambridge Edition of the Works of Jane Austen, 9 voll., general editor: Janet Todd, Cambridge University Press, Cambridge, 2005-2008 |
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Juvenilia, edited by Peter Sabor (2006) |
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Northanger Abbey, ed. by Barbara Benedict and Deirdre Le Faye (2006) |
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Sense and Sensibility, edited by Edward Copeland (2006) |
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Pride and Prejudice, edited by Pat Rogers (2006) |
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Mansfield Park, edited by John Wiltshire (2005) |
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Emma, edited by Richard Cronin and Dorothy McMillan (2005) |
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Persuasion, edited by Janet Todd and Antje Blank (2006) |
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Later Manuscripts, edited by Janet Todd and Linda Bree (2008) |
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Jane Austen in Context, edited by Janet Todd (2005)
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The Annotated Sense and Sensibility, annotated and edited by David M. Shapard, Anchor Books, New York, 2011. |
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The Annotated Pride and Prejudice, annotated and edited by David M. Shapard, Anchor Books, New York, 2004. |
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The Annotated Northanger Abbey, annotated and edited by David M. Shapard, Anchor Books, New York, 2013. |
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The Annotated Emma, annotated and edited by David M. Shapard, Anchor Books, New York, 2012. |
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The Annotated Persuasion, annotated and edited by David M. Shapard, Anchor Books, New York, 2010. |
Traduzioni italiane (inizio pagina)
Le edizioni italiane nel sito della Jane Austen Society of Italy (JASIT)
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Lettere, a cura di Malcom Skey, trad. Linda Gaia, Theoria, Roma-Napoli, 1997.
Contiene 63 lettere, la prefazione di Henry Austen alla prima edizione di Northanger Abbey e Persuasion e la recensione di Walter Scott a Emma pubblicata nel 1816 dalla "Quarterly Review". |
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Amore e amicizia e altri scritti giovanili, a cura di Malcom Skey, trad. Stefania Censi, Theoria, Roma-Napoli, 1994.
Un'ampia antologia dei tre volumi degli Juvenilia. I volumi secondo e terzo sono presenti integralmente, mentre dal primo sono tradotti: Frederic and Elfrida e Edgar and Emma, oltre a The Mistery e Ode to Pity inseriti nell'Introduzione di Malcom Skey. |
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Amore a amicizia, trad. Adriana Coppola, La biblioteca di Repubblica-L'Espresso, Roma, 2009.
Con testo a fronte e note di traduzione molto utili. |
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Amore a amicizia, trad. Letizia Ciotti Miller, La Tartaruga edizioni, Milano, 2012.
Contiene anche: Frederic & Elfrida, Jack & Alice e Lady Susan. Introduzione di Ginevra Bompiani. |
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Amore a amicizia, a cura di Franco Venturi, trad. Cesare Ferrari, La Vita Felice, Milano, 2012.
Con testo a fronte. Prefazione di G. K. Chesterton. |
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La storia d'Inghilterra, a cura di Franco Venturi, La Vita Felice, Milano, 2008.
Con testo a fronte. Contiene la riproduzione del manoscritto originale. |
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Lesley Castle, a cura di Giangiacomo Gerevini, La Vita Felice, Milano, 1998.
Con testo a fronte. |
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Jack & Alice. Ozi e vizi a Pammydiddle, trad. Bianca Lazzaro, Donzelli, Roma, 2010.
Illustrazioni originali di Andrea Joseph. |
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Lady Susan, trad. Cecilia Vincenti, Robin edizioni, Roma, 2010 [1ª ediz.: 2003]
Contiene anche La storia d'Inghilterra e la riproduzione delle prime dieci pagine del manoscritto di Lady Susan |
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Lady Susan, a cura di Guido Lagomarsino, La Vita Felice, Milano, 2011.
Con testo a fronte. |
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Sanditon, Lady Susan, I Watson, a cura di Malcom Skey, trad. Linda Gaia, Theoria, Roma-Napoli, 1991
Introduzione di John N. Davie. Oltre ai tre testi nel titolo comprende anche Progetto di romanzo, basato su suggerimenti di provenienza varia |
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Lady Susan - I Watson - Sanditon, trad. Daniela Paladini, Newton Compton, Roma, 2011
Introduzione di Ornella De Zordo |
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Sanditon, trad. Linda Gaia, excelsior 1881, Milano, 2011
È la stessa traduzione della vecchia edizione Theoria |
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Sir Charles Grandison, trad. Federico Lopiparo, Editori Riuniti, Roma, 2011
Contiene la traduzione italiana con testo a fronte, la trascrizione del manoscritto, una introduzione di Beatrice Battaglia: La commedia "nascosta" di Jane Austen, e una postfazione di Arnaldo Colasanti: Affari di famiglia. |
Sense and Sensibility
The family of Dashwood had been long settled in Sussex. Their estate was large, and their residence was at Norland Park, in the centre of their property, where, for many generations, they had lived in so respectable a manner, as to engage the general good opinion of their surrounding acquaintance.
La famiglia Dashwood si era da tempo stabilita nel Sussex. Avevano una vasta tenuta e risiedevano a Norland Park, al centro della proprietà, dove, per molte generazioni, avevano vissuto in maniera tanto rispettabile da meritarsi la stima generale dei conoscenti nel circondario.
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Ragione e sentimento, trad. Beatrice Boffito Serra, in: Jane Austen, Romanzi, Rizzoli, Milano, 2008.
I Dashwood si erano stabiliti nel Sussex da molto tempo. La loro tenuta era grande, e al centro di essa sorgeva Norland Park, dove numerose generazioni della famiglia erano vissute in modo tanto rispettabile da procacciarsi la stima di tutti nei dintorni. |
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Ragione e sentimento, trad. Stefania Censi, Theoria, Roma-Napoli, 1996.
Contiene "Questo libro", di Sandra Petrignani.
Da molto tempo ormai i Dashwood si erano stabiliti nel Sussex. Il loro possedimento era vasto e la villa si trovava a Norland Park, proprio al centro della tenuta; qui per molte generazioni avevano vissuto così rispettabilmente da conquistarsi la stima unanime di tutti i vicini. |
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Ragione e sentimento, trad. Renato Chiaro, Dalai editore, Milano, 2011.
La famiglia Dashwood abitava da molto tempo nel Sussex. La loro era una grande proprietà e la loro residenza, che si ergeva proprio nel mezzo dei loro possedimenti, si chiamava Norland Park. Lì, da molte generazioni, i Dashwood vivevano in una tale maniera da guadagnarsi il rispetto di tutte le conoscenze che avevano nel vicinato. |
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Ragione e sentimento, trad. Luca Lamberti, Einaudi, Torino, 2010.
Introduzione di Roberto Bertinetti.
La famiglia Dashwood risiedeva nel Sussex da molti anni. Le loro proprietà terriere erano vaste, e al centro sorgeva Norland Park, la residenza in cui da molte generazioni avevano vissuto in modo tanto rispettabile da essersi guadagnati la stima di tutti i vicini. |
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Sensibilità e buon senso, trad. Evelina Levi, Edizioni Astrea, Roma, 1945.
I Dashwood erano stabiliti nel Sussex da parecchie generazioni. Avevano vasti possedimenti, e la loro residenza era Norland Park, al centro della proprietà. Là erano vissuti in modo così rispettabile che si erano conquistati la stima di tutto il vicinato. |
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Ragione e sentimento, trad. Monica Luciano, Mondadori, Milano, 2008.
Contiene uno scritto di Virginia Woolf: "La sua grandezza d'artista".
La famiglia Dashwood risiedeva nel Sussex da molto tempo. Le proprietà terriere erano vaste e al centro si trovava Norland Park, la residenza dove per molte generazioni aveva vissuto in modo tanto rispettabile da godere della generale considerazione dei vicini. |
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Senno e sensibilità, trad. Pietro Meneghelli, Newton Compton, Roma, 1995.
Introduzione di Pietro Meneghelli, nota biobibliografica di Elena Grillo.
La famiglia Dashwood si era stabilita nel Sussex da molto tempo; le loro proprietà terriere erano vaste, e al centro sorgeva Norland Park, la residenza in cui per molte generazioni avevano vissuto in modo tanto rispettabile da essersi guadagnati la stima di tutti nei dintorni. |
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Ragione e sentimento, trad. Pietro Meneghelli, Newton Compton, Roma, 2008.
Introduzione di Loredana Lipperini, nota al testo di Pietro Meneghelli (uguale all'introduzione dell'edizione precedente) e una nota biobibliografica di Silvia Dai Pra' (Jane Austen. Vita e opere).
La famiglia Dashwood si era stabilita nel Sussex da molto tempo; le loro proprietà terriere erano vaste, e al centro sorgeva Norland Park, la residenza in cui per molte generazioni avevano vissuto in modo tanto rispettabile da essersi guadagnati la stima di tutti nei dintorni. |
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Ragione e sentimento, trad. Franca Severini, Lorenzo Barbera, Siena, 2007.
Introduzione di Sara Poledrelli.
I Dashwood si erano stabiliti nel Sussex da molto tempo. La loro tenuta era vasta ed al centro sorgeva Norland Park, la residenza in cui molte generazioni avevano vissuto in modo così rispettabile da essersi guadagnati la stima di tutti nei dintorni. |
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Ragione e sentimento, trad. Franca Severini, Rusconi Libri, Santarcangelo di Romagna (RN), 2008.
I Dashwood si erano stabiliti nel Sussex da molto tempo. La loro tenuta era vasta ed al centro sorgeva Norland Park, la residenza in cui molte generazioni avevano vissuto in modo così rispettabile da essersi guadagnati la stima di tutti nei dintorni. |
Pride and Prejudice
It is a truth universally acknowledged, that a single man in possession of a goof fortune, must be in want of a wife.
È una verità universalmente riconosciuta, che uno scapolo in possesso di un'ampia fortuna debba avere bisogno di una moglie.
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Orgoglio e pregiudizio, trad. Maria Luisa Agosti Castellani, in: Jane Austen, Romanzi, Rizzoli, Milano, 2008.
È verità universalmente ammessa che uno scapolo fornito di un buon patrimonio debba sentire il bisogno di ammogliarsi. |
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Orgoglio e pregiudizio, trad. Vittorina Bellacomba, UTET, Torino, 1959.
Introduzione di Vittorina Bellacomba.
È verità universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un buon patrimonio debba necessariamente sposarsi. |
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Orgoglio e prevenzione, trad. Giulio Caprin, Mondadori, Milano, 1957 [1ª ediz. 1932].
Con 32 illustrazioni di Charles E. Brock.
È verità universalmente riconosciuta che uno scapolo largamente provvisto di beni di fortuna debba sentire il bisogno di ammogliarsi. |
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Orgoglio e pregiudizio, trad. Giulio Caprin, Mondadori, Milano, 2007.
Con uno scritto di W. Somerset Maugham e un'Introduzione di Isobel Armstrong. La traduzione è quella del 1932, ma i nomi italianizzati sono ridiventati quelli originali.
È verità universalmente riconosciuta che uno scapolo largamente provvisto di beni di fortuna debba sentire il bisogno di ammogliarsi. |
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Orgoglio e pregiudizio, trad. Itala Castellini e Natalia Rosi, Tariffi, Roma, 1945.
È cosa ormai risaputa che a uno scapolo, ricco di un vistoso patrimonio, manchi soltanto una moglie. |
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Orgoglio e pregiudizio, a cura di Riccardo Reim, trad. Itala Castellini e Natalia Rosi, Newton Compton, Roma, 2009.
È cosa ormai risaputa che a uno scapolo in possesso di un vistoso patrimonio manchi soltanto una moglie. |
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Orgoglio e pregiudizio, trad. Melania La Russa, Lorenzo Barbera, Siena, 2007.
Introduzione di Sara Poledrelli.
È cosa ormai risaputa che a uno scapolo in possesso di un'ingente fortuna manchi soltanto una moglie. |
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Orgoglio e pregiudizio, trad. Melania La Russa, Feltrinelli, Milano, 2011.
Introduzione di Sara Poledrelli.
È la stessa edizione del 2007 pubblicata da Lorenzo Barbera. Nell'introduzione sono stati corretti alcuni errori dell'edizione precedente (vedi: Edizioni austeniane), ed è stato anche corretto un passo della traduzione, che conteneva un errore presente in molte edizioni, a partire dalla prima versione italiana di Giulio Caprin (vedi: Un santo innevato? no, una governante ai fornelli), che, da "e non appena sarà il giorno di San Nicola...", diventa: "e non appena Nicholls avrà preparato abbastanza zuppa bianca...".
È cosa ormai risaputa che a uno scapolo in possesso di un'ingente fortuna manchi soltanto una moglie. |
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Orgoglio e pregiudizio, trad. Claudia Manzolelli, Rizzoli, Milano, 2013.
È una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di una discreta fortuna debba essere in cerca di una moglie. |
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Orgoglio e pregiudizio, trad. Isa Maranesi, Garzanti, Milano, 1989.
Introduzione di Attilio Bertolucci.
È cosa nota e universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie. |
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Orgoglio e pregiudizio, trad. non indicata, Canguro editore, Pavia, 2011.
Un'edizione economica ma molto sciatta, non è nemmeno indicato il nome della traduttrice; in realtà si tratta della versione di Isa Maranesi, pubblicata da Garzanti.
È cosa nota e universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie. |
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Orgoglio e pregiudizio, trad. Cecilia Montonati, revisione della traduzione: Barbara Ponti, Giunti, Firenze, 2008.
Introduzione di Luisa Corbetta.
È una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un buon patrimonio debba necessariamente cercare una moglie. |
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Orgoglio e pregiudizio, trad. Rosa Pino (versione ridotta), Fabbri, Milano, 1968.
È una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo facoltoso debba sentire il bisogno di prendere moglie. |
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Orgoglio e pregiudizio, trad. Fernanda Pivano, Einaudi, Torino, 2007.
È un fatto universalmente noto che uno scapolo provvisto di un cospicuo patrimonio non possa fare a meno di prendere moglie. |
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Orgoglio e pregiudizio, trad. Barbara Placido, Gruppo Editoriale L'Espresso, Roma, 2004.
Introduzione di Ginevra Bompiani. Contiene inoltre una "Nota del traduttore".
È una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di una buona fortuna sia in cerca di moglie. |
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Orgoglio e pregiudizio, trad. Giovanna Ponte, Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2011.
Nonostante il tempo trascorso (quasi ottant'anni) l'errore di Giulio Caprin nel cap. 11 si ripete anche qui: "... e non appena san Nicola avrà sparso le prime nevi...". Nicholls, la governante di Netherfield, diventa san Nicola, e la "white soup" (una zuppa piuttosto costosa usata nelle serate danzanti) diventa "prime nevi".
Che uno scapolo in possesso di una fortuna debba essere in cerca di una moglie è una verità universalmente riconosciuta. |
Northanger Abbey
No one who had ever seen Catherine Morland in her infancy, would have supposed her born to be an heroine. Her situation in life, the character of her father and mother, her own person and disposition, were all equally against her.
Nessuno che avesse conosciuto Catherine Morland nella sua infanzia avrebbe mai immaginato che fosse nata per essere un'eroina. La sua condizione sociale, il carattere del padre e della madre, il suo aspetto e la sua indole, era tutto ugualmente contro di lei.
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L'abbazia di Northanger, trad. Anna Banti, Giunti, Firenze, 2008.
Introduzione e note di Ornella De Zordo.
Nessuno che avesse veduto Catherine Morland negli anni della sua infanzia, avrebbe supposto che fosse nata per divenire un'eroina. La sua situazione sociale, il carattere dei suoi genitori, le sue stesse personali attitudini vi si opponevano. |
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L'abbazia di Northanger, trad. Silvia Fiorini, Lorenzo Barbera, Siena, 2008.
Introduzione di Sara Poledrelli.
Nessuno che avesse visto Catherine Morland da bambina avrebbe potuto immaginare che fosse destinata a diventare un'eroina. La sua posizione sociale, il carattere del padre e della madre, il suo stesso aspetto e temperamento, tutto era a suo svantaggio. |
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L'abbazia di Northanger, trad. Silvia Fiorini, Rusconi Libri, Santarcangelo di Romagna (RN), 2008.
Nessuno che avesse visto Catherine Morland da bambina avrebbe potuto immaginare che fosse destinata a diventare un'eroina. La sua posizione sociale, il carattere del padre e della madre, il suo stesso aspetto e temperamento, tutto era a suo svantaggio. |
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L'abbazia di Northanger, a cura di Malcom Skey, trad. Linda Gaia, Theoria, Roma-Napoli, 1997.
Nessuno, vedendo Catherine Morland da bambina, avrebbe mai immaginato che fosse destinata a diventare un'eroina. La condizione sociale, il carattere del padre e della madre, il suo stesso aspetto e il temperamento: tutto era contro di lei. |
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L'abbazia di Northanger, trad. Linda Gaia, in: Jane Austen, Romanzi, Rizzoli, Milano, 2008.
Nessuno, vedendo Catherine Morland da bambina, avrebbe mai immaginato che fosse destinata a diventare un'eroina. La condizione sociale, il carattere del padre e della madre, il suo stesso aspetto e il temperamento: tutto era contro di lei. |
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L'abbazia di Northanger, trad. Elena Grillo, Newton Compton, Roma, 1994.
Introduzione di Riccardo Reim.
Nessuno che avesse conosciuto Catherine Morland nella sua prima infanzia avrebbe mai supposto che il suo destino sarebbe stato quello di essere un'eroina. Tutto era contro di Lei: la posizione sociale, il carattere del padre e della madre, il suo aspetto fisico e perfino le sue inclinazioni. |
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L'abbazia di Northanger, trad. Teresa Pintacuda, Garzanti, Milano, 2007.
Introduzione di Attilio Bertolucci; prefazione di Gianna Lonza.
Chi l'avesse conosciuta nella prima infanzia non avrebbe certo pensato che Catherine Morland era nata per diventare un'eroina. L'ambiente in cui viveva, il carattere del padre e della madre, la sua stessa persona e le attitudini, tutto era concordemente contro di lei. |
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Northanger Abbey, a cura di Anna Luisa Zazo, Mondadori, Milano, 2009.
Con una nota di Attilio Bertolucci: "Ma che gentile, perfida zitella".
Nessuno, che avesse conosciuto Catherine Morland al tempo della sua infanzia, avrebbe veduto in lei una futura eroina. La sua condizione, il carattere dei genitori, il suo aspetto e la sua natura, tutto le era avverso. |
Mansfield Park
About thirty years ago, Miss Maria Ward of Huntingdon, with only seven thousand pounds, had the good luck to captivate Sir Thomas Bertram, of Mansfield Park, in the county of Northampton, and to be thereby raised to the rank of a baronet's lady, with all the comforts and consequences of an handsome house and large income.
Circa trent'anni or sono, Miss Maria Ward, di Huntingdon, con sole settemila sterline di dote, ebbe la fortuna di attrarre Sir Thomas Bertram, di Mansfield Park, nella contea di Northampton, e di essere così elevata al rango di moglie di un baronetto, con tutti gli agi e le prerogative di una bella casa e di una rendita cospicua.
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Mansfield Park, trad. Ester Bonacossa della Valle di Casanova e Diana Agujari Bonacossa, De Agostini, Novara, 1983.
Introduzione di Giulio De Angelis.
Circa trent'anni fa, Miss Maria Ward di Huntingdon, con sole settemila sterline di dote, ebbe la fortuna di conquistare Sir Thomas Bertram, di Mansfield Park, nella contea di Northampton, e di essere pertanto elevata al rango di moglie di baronetto, col titolo di Lady e con tutti gli agi e vantaggi di una bella casa e di una grossa rendita. |
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Mansfield Park, trad. Simone Buffa di Castelferro, Garzanti, Milano, 1997.
Introduzione di Enrico Groppali.
Circa trent'anni prima, Miss Mary Ward, di Huntington, provvista di una dote di sole settemila sterline, aveva avuto la fortuna di conquistare Sir Thomas Bertram di Mansfield Park, nella contea di Northampton, e di raggiungere così la posizione di moglie di baronetto, con tutti gli agi e le prerogative che vanno uniti al possesso di una bellissima casa e di rendite cospicue. |
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Mansfield Park, trad. Laura De Palma, in: Jane Austen, Romanzi, Rizzoli, Milano, 2008.
Circa trent'anni fa, Miss Maria Ward di Huntington, con sole settemila sterline, ebbe la buona sorte di affascinare Sir Thomas Bertram di Mansfield Park, nella Contea di Northampton, e di venire quindi promossa al rango di moglie di un baronetto, con tutte le comodità e i vantaggi di una bella casa e una rendita cospicua. |
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Mansfield Park, trad. Luca Lamberti, Einaudi, Torino, 2013.
Introduzione di Roberto Bertinetti.
Una trentina d'anni fa, Miss Maria Ward di Huntingdon, con una dote di sole settemila sterline, fu tanto fortunata da conquistare Sir Thomas Bertram di Mansfield Park, nella contea di Northampton, e di essere così elevata al rango di moglie di baronetto, con tutti i privilegi e le comodità di una bella casa e di una cospicua rendita. |
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Mansfield Park, trad. Maria Felicita Melchiorri, Newton Compton, Roma, 2009.
Introduzione di Ornella De Zordo.
Circa trent'anni fa, Miss Maria Ward di Huntingdon, con sole settemila sterline di dote, ebbe la fortuna di conquistare Sir Thomas Bertram, di Mansfield Park, nella contea di Northampton e di essere, in questo modo, elevata al rango di Lady, moglie di un baronetto, con tutti gli agi e le conseguenze derivanti da una casa sontuosa e da una rendita considerevole. |
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Mansfield Park, trad. Simona Sangiorgi, Rusconi Libri, Santarcangelo di Romagna (RN), 2012.
Sono trascorsi circa trent'anni da quando Miss Maria Ward, di Huntingdon, con una dote di sole settemila sterline, aveva avuto la bella fortuna di conquistare Sir Thomas Bertram di Mansfield Park, nella contea di Northampton, e di essere quindi elevata, con il titolo di Lady, al rango di moglie di baronetto, e a tutti i conseguenti agi e benefici che una bella casa e una rendita cospicua possono offrire. |
Emma
Emma Woodhouse, handsome, clever, and rich, with a comfortable home and happy disposition, seemed to unite some of the best blessings of existence; and had lived nearly twenty-one years in the world with very little to distress or vex her.
Emma Woodhouse, bella, intelligente e ricca, con una casa confortevole e un buon carattere, sembrava riunire in sé alcune delle migliori benedizioni dell'esistenza, ed era al mondo da quasi ventun anni con pochissimo ad affliggerla o contrariarla.
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Emma, trad. Giorgio Borroni, Lorenzo Barbera, Siena, 2009.
Introduzione di Sara Poledrelli.
Qualche considerazione sulle edizioni austeniane di Lorenzo Barbera:
Edizioni austeniane
e su Emma in particolare:
Edizioni austeniane (2)
Emma Woodhouse, bella, intelligente e ricca, dotata di una casa accogliente ed un temperamento lieto, sembrava raccogliere in sé le migliore grazie dell'esistenza; ed era stata al mondo per quasi ventuno anni con davvero poche preoccupazioni che la turbassero. |
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La famiglia Woodhouse, a cura di Sara Donegà, Barbès, Firenze, 2009.
La stessa versione è stata pubblicata come e-book da Emma Books nel 2011, con il titolo "Emma".
Emma Woodhouse, bella, brillante e ricca, con una casa accogliente e un buon carattere, sembrava unire alcune delle migliori benedizioni dell'esistenza; e aveva vissuto per quasi ventuno anni nel mondo con poco di cui angosciarsi o irritarsi. |
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Emma, trad. Bruno Maffi, in: Jane Austen, Romanzi, Rizzoli, Milano, 2008.
Bella, intelligente, ricca, con una casa fatta per viverci bene e un'indole felice, Emma Woodhouse sembrava riunire alcuni dei beni più preziosi della vita; e, in realtà, era vissuta quasi ventun anni nel mondo al riparo da grosse noie o fastidi. |
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Emma, trad. Pietro Meneghelli, Newton Compton, Roma, 1996.
Introduzione di Ornella De Zordo: "Emma Woodhouse e l'ambiguo piacere della libertà".
Emma Woodhouse, bella, intelligente e ricca, con una casa confortevole e un carattere allegro, sembrava riunire in sé il meglio che la vita può offrire, e aveva quasi raggiunto i ventun'anni senza subire alcun dolore o grave dispiacere. |
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Emma, trad. Sandra Petrignani, Einaudi, Torino, 2012.
Introduzione di Sandra Petrignani.
Emma Woodhouse, attraente, intelligente e ricca, casa accogliente e buon carattere, sembrava riunire in sé alcune delle migliori benedizioni che la vita può offrire; era al mondo da quasi ventun anni e ben poco l'aveva ferita o turbata. |
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Emma, trad. Mario Praz, Garzanti, Milano, 2007.
Introduzione di Attilio Bertolucci.
Emma Woodhouse, avvenente, intelligente e ricca, con una casa provvista di ogni agio e un'indole felice, pareva riunire in sé alcuni dei migliori vantaggi dell'esistenza; ed era vissuta circa ventun anni nel mondo senza quasi conoscere dispiaceri o contrarietà. |
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Emma, a cura di Anna Luisa Zazo, Mondadori, Milano, 2009.
Contiene anche la recensione a Emma di Walter Scott (tradotta da Daniela Caselli) e "I mondi di Emma: Jane Austen e Cowper" di John Halperin.
Bella, intelligente e ricca, con una dimora confortevole e un carattere felice, Emma Woodhouse sembrava riunire in sé alcuni dei vantaggi migliori dell'esistenza; e aveva vissuto quasi ventun anni in questo mondo con scarsissime occasioni di dispiacere o dispetto. |
Persuasion
Sir Walter Elliot, of Kellinch-hall, in Somersetshire, was a man who, for his own amusement, never took up any book but the Baronetage; there he found occupation for an idle hour, and consolation in a distressed one; there his faculties were roused into admiration and respect, by contemplating the limited remnant of the earliest patents; ...
Sir Walter Elliot, di Kellynch Hall, nel Somersetshire, era un uomo che, per suo diletto, non prendeva mai in mano altro libro che il Baronetage; lì trovava occupazione per un'ora d'ozio e consolazione in una di tristezza; lì il suo animo si accendeva di ammirazione e rispetto, contemplando le scarse vestigia delle nomine più antiche; ...
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Persuasione, trad. Giulietta Cardone Cattaneo, in: Jane Austen, Romanzi, Rizzoli, Milano, 2008.
Sir Walter Elliot di Kellynch Hall, nel Somersetshire, era uomo che, per suo divertimento, non prendeva mai in mano che un unico libro: l'Albo dei Baronetti. Leggendo con ammirazione e rispetto il limitato numero delle prime patenti di nobiltà, egli si procurava un'occupazione per i momenti d'ozio e un conforto nei momenti difficili. |
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Persuasione, a cura di Malcom Skey, trad. Maria Luisa Castellani Agosti, Theoria, Roma-Napoli, 1995.
Introduzione di Malcom Skey. In appendice, la traduzione del capitolo eliminato.
Sir Walter Elliot, di Kellynch Hall nel Somersetshire, era uomo che per proprio divertimento non prendeva mai in mano altro libro che il Baronetage; in esso trovava di che occuparsi per un'ora d'ozio, di che consolarsi in una di malinconia; il suo spirito ferveva allora di ammirazione e di rispetto nel contemplare le scarse vestigia delle nomine più antiche; ... |
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Persuasione, trad. Maria Luisa Castellani Agosti, Einaudi, Torino, 2011.
Introduzione di Roberto Bertinetti.
Sir Walter Elliot di Kellynch Hall, nel Somersetshire, era uomo che per proprio divertimento non prendeva mai in mano altro libro che il Baronetage; in esso trovava di che occuparsi per un'ora d'ozio, di che consolarsi in una di malinconia; il suo spirito ferveva allora di ammirazione e di rispetto nel contemplare le scarse vestigia delle nomine più antiche; ... |
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Persuasione, trad. Caterina Ciccotti, Lorenzo Barbera, Siena, 2009.
Introduzione di Sara Poledrelli.
Sir Walter Elliot, di Kellynch Hall, nel Somersetshire, era un uomo che per suo proprio svago non apriva mai altro libro all'infuori del Baronetage; qui trovava occupazione per un'ora d'ozio, conforto in una di afflizione; qui il suo spirito fremeva d'ammirazione e di rispetto, nel contemplare l'esiguo numero dei membri superstiti delle più antiche patenti di nobiltà; ... |
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Persuasione, a cura di Ornella De Zordo, trad. Fiorenzo Fantaccini, Newton Compton, Roma, 1996.
Introduzione di Ornella De Zordo: "Il linguaggio del desiderio: Jane Austen e la sua ultima eroina".
Sir Walter Elliot, di Kellynch Hall nel Somersetshire, era uomo che per passare il tempo mai apriva altro libro che non fosse il Baronetage; vi trovava occupazione per un'ora d'ozio, consolazione per una di dolore; la sua mente fremeva d'ammirazione e di rispetto, contemplando l'esiguo numero dei membri superstiti della più antiche baronie, ... |
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Persuasione, trad. Luciana Pozzi, Garzanti, Milano, 2007.
Introduzione di Attilio Bertolucci e prefazione di Cristina Bombieri. In appendice, la traduzione del capitolo eliminato.
Sir Walter Elliot, di Kellynch-hall nel Somersetshire, era uomo che mai, per suo proprio svago, apriva altro libro all'infuori del Baronetage; lì trovava occupazione per un'ora d'ozio e conforto in una d'afflizione; lì il suo spirito si esaltava, colmo di ammirazione e rispetto, nel contemplare le non numerose reliquie delle patenti più antiche; ... |
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Persuasione, a cura di Anna Luisa Zazo, Mondadori, Milano, 2008.
Prefazione di Anna Luisa Zazo. Con uno scritto di Virginia Woolf.
Sir Walter Elliot, di Kellynch-hall, nel Somersetshire, non leggeva per svago altri libri che non fossero il "Baronetage"; ne traeva sentimenti di ammirazione e rispetto contemplando i pochi discendenti delle più antiche patenti di nobiltà; ... |
Biografie e studi critici in italiano (Vedi anche la pagina "Bibliografia italiana" nel sito della Jane Austen Society of Italy - JASIT) (inizio pagina)
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J. E. Austen-Leigh, Ricordo di Jane Austen, cura e trad. Bruna Cordati, Sellerio, Palermo, 1992 [titolo orig.: A Memoir of Jane Austen]. |
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Beatrice Battaglia, "Jane Austen e il novel of manners", in Manuale di letteratura e cultura inglese, a cura di Lilla Maria Crisafulli e Keir Elam, Bononia University Press, Bologna, 2009, pagg. 232-238. |
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Beatrice Battaglia (a cura di), Jane Austen. Oggi e ieri, Longo Editore, Ravenna, 2002 [prima ediz.: Longo, 1993].
Saggi in italiano e in inglese. |
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Mirella Billi, "Jane Austen", in Storia della letteratura inglese, a cura di Paolo Bertinetti, 2 voll., Einaudi, Torino, 2000, Volume primo: "Dalle origini al Settecento", pagg. 380-383. |
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Harold Bloom, "Memoria canonica nel primo Wordsworth e in Persuasione di Jane Austen", in Il canone occidentale, trad. Francesco Saba Sardi, Bompiani, Milano, 2000, pagg. 215-236.
Le pagine dedicate a Persuasione vanno da 227 a 236. |
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Harold Bloom, "Jane Austen - Emma", in Come si legge un libro (e perché), trad. Roberta Zuppet, Rizzoli, Milano, 2000, pagg. 191-200.
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Harold Bloom, "Jane Austen. 1775-1817", in Il genio, traduttori vari, Rizzoli, Milano, 2002, pagg. 338-345.
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Ginevra Bompiani, "Jane Austen. Il romanzo e il labirinto", in Lo spazio narrante. Jane Austen, Emily Brontë, Sylvia Plath, et al., Milano, 2012, pagg. 9-53 [Prima ediz.: La Tartaruga, 1978]. |
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Emilio Cecchi, "Miss Austen e Walter Scott", in I grandi romantici inglesi, 2 voll., Adelphi, Milano, 1981, Volume secondo, pagg. 275-291. |
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William Deresiewicz, La vita secondo Jane Austen, trad. Claudio Carcano, TEA, Milano, 2012. |
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Ornella De Zordo En travesti. Figurazioni del femminile nella narrativa inglese, Bulzoni Editore, Roma, 1999.
Contiene cinque saggi dedicati a Jane Austen apparsi in precedenza come prefazioni a edizioni austeniane. |
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Constance Hill, Jane Austen: i luoghi e gli amici, traduzione a cura di Silvia Ogier, Mara Barbuni, Gabriella Parisi, Giuseppe Ierolli, Jo March, Città di Castello (PG), 2013 (in collaborazione con JASIT, Jane Austen Society of Italy) [Ed. Orig. Jane Austen: Her Homes and Her Friends, 1902].
Illustrazione di copertina di Petra Zari. Introduzione di Silvia Ogier ("A sentimental journey" in Austenland). |
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Giuseppe Ierolli, Jane Austen si racconta, Utelibri, Genova, 2012. |
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David Lodge, L'arte della narrativa, trad. Mary Buckwell e Rosetta Palazzi, Bompiani, Milano, 2006, pagg. 112-113 [Prima ediz. 1995; ediz. originale: The Art of Fiction, 1984]. |
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Federica Marchetti, A proposito di Jane Austen, Edizioni Il Foglio, Piombino, 2013. |
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Scritto nel 1954. |
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Biografie e studi critici in inglese (inizio pagina)
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Il sottotitolo è "and Other Family Recollections" e contiene anche:
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- Henry Austen, "Memoir of Miss Austen" (1833);
- Anna Lefroy, "Recollections of Aunt Jane (1864);
- Caroline Austen, "My Aunt Jane Austen: A Memoir" (1867). |
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